Insegnare italiano negli Stati Uniti, parte 3

Giunti al terzo appuntamento non ci resta che parlare dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole. Per le scuole americane è necessaria una certificazione specifica, la Teacher licensure (1), certificazione che si può conseguire attraverso diversi percorsi di studio. In linea di massima si deve preparare un esame scritto, il Praxis, accettato nella maggioranza degli Stati e suddiviso in due parti, la prima (in cui si viene testati in inglese -comprensione scritta, produzione scritta- e matematica) è propedeutica al Praxis II, in cui si supereranno delle prove più specifiche, legate alla materie che si vogliono insegnare. Gli Stati che non hanno adottato il Praxis hanno delle certificazioni proprie e, in generale, il Praxis è considerato uno dei requisiti per accedere alle certificazioni specifiche di ogni Stato.

Questo significa anche che in un paese come gli Stati Uniti, in cui ci si sposta molto per lavoro, sarà necessario ogni volta far equiparare la propria abilitazione a quella dello stato in cui ci si trasferisce (questo succede anche con la patente, quindi credo sia più che altro una procedura burocratica, lo spero). Ci sono, inoltre, anche degli indirizzi di laurea, collegati al Department of Education, che permettono di laurearsi ottenendo anche la licensure, dopo aver svolto un determinato numero di ore di insegnamento in classe nelle scuole della contea. (2) Si può ottenere la certificazione anche con un Master in Education.

Una volta diventati insegnanti si dovrà seguire un sillabo molto dettagliato, i cui obiettivi seguono le linee guida dei National Standards for Foreign Language Education K-12, (cioè dal kindergarten (4-6 anni) fino al dodicesimo livello (18-19 anni) quando si finiscono le scuole superiori). Questi Standards sono un documento elaborato dall’ACTFL (American Council on the Teaching of Foreign Languages) e sono un riferimento nazionale per le scuole, poiché indicano per ogni anno di corso gli obiettivi e i contenuti linguistico-grammaticali, le abilità e le funzioni da far sviluppare/esercitare secondo i principi delle famose cinque C a cui si ispirano tutti i curricoli scolastici: Communication, Cultures, Connections, Comparisons e Communities. Per ognuna delle cinque C sono stati elaborati dei sotto-obiettivi (definiti anche questi standards). L’esempio di quello che sto cercando di spiegare è qui, con gli Standards del Nebraka. Fino a pagina 75 viene spiegato come in Nebraska inseriranno le cinque C nel curriculo della lingua straniera e come rispetteranno e realizzeranno gli standard che da queste derivano. Da pagina 76 in poi ci sono gli scenarios e cioè degli esempi di attività da fare in classe, a seconda del livello degli studenti, anzi della classe (ricordate il K-12?) e dell’abilità da voler esercitare (e per rassicurare tutti è ben indicato il “reflects standards”, cioè fa riferimento a questi specifici standards e mi permetterà di integrare almeno due delle cinque C).

Ma i National Standards sono molto di più, perché sono divisi per lingua e quelli per l’italiano offrono esempi di attività già sperimentate da questa o quella scuola, quindi sono un documento ricchissimo, che però va seguito pedissequamente, per cui non sono convinta che sia un vero e proprio supporto (mi chiedo poi  quanto il “No child left behind” influisca sull’insegnamento delle lingue straniere… panico).

La qualità dell’insegnamento delle lingue in alcune scuole americane è testimoniato dal fatto che gli studenti (chi lo richiede) vengano preparati per il superamento dell’esame AP (Advanced Placement Italian Language and Culture), che permette di accumulare crediti che verranno riconosciuti all’università. Uno studente che supera l’AP potrà iscriversi a corsi di lingua “upper level”, cioè a partire dal quinto semestre, perché sostenendo l’esame AP otterrà dei crediti di lingua straniera che sono richiesti da quasi tutti i dipartimenti (il famoso BA requirement). (3)

Meriterebbero un post a sé le ACTFL Proficiency Guidelines, con il famoso schema a “cono”.

https://i0.wp.com/larcsummer11.wikispaces.com/file/view/language_actfl__pyramid_chart.gif/237928215/560x770/language_actfl__pyramid_chart.gif?w=584

Queste linee guida sono state rielaborate l’anno scorso e per la prima volta sono stati inseriti degli esempi pratici della descrizione di ogni livello per ogni abilità. E’ un documento preziosissimo, disponibile gratuitamente per tutti.

P.s. Le interviste dello “speaking” sono state prese durante gli esami dell’Oral Proficiency Interview (OPI).

Sì, decisamente ci vuole un altro post!

 

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Note

(1) Che io sappia, la licensure è per le scuole superiori, non so che titoli siano necessari per le scuole medie ed elementari.

(2) Da quello che ho capito queste certificazioni scadono ogni cinque anni e per rinnovarle bisogna dimostrare di aver un monte ore di insegnamento (o di corsi di aggiornamento). E’ poco chiaro se non si è del campo.

(3) L’AP si può sostenere per tutte le lingue e in tutte le materie. L’esame per l’italiano è stato sospeso per alcuni anni, a causa del basso numero di richieste. Ricordo che è stato il precedente governo Berlusconi, con Frattini, ad aver trovato i finanziamenti per riabilitare questo esame (di nuovo in sessione da maggio 2012).

 

9 pensieri su “Insegnare italiano negli Stati Uniti, parte 3

  1. Ciao ladylink, i tuoi post sono molto interessanti.. Volevo farti un bel po’ di domande relative al mio progetto di andare a studiare/insegnare negli stati uniti.. Potrei avere la tua e-mail, così ti espongo i miei dubbi/domande/preoccupazioni? Grazie comunque =)

  2. Certo, anzi dei tuoi articoli apprezzo proprio il realismo e le informazioni pratiche che appunto fanno vedere come la cosa non sia cosi’ semplice e neanche rose e fiori. Ma nelle statistiche di consultazione sono fra i piu’ graditi, quindi notavo appunto che si insegnera’ la lingua e la cultura di un paese da cui non si vede l’ora di scappare. Non lo trovi un po’ paradossale?

  3. Interessante questa serie di articoli. Oltre naturalmente al loro contenuto per cui ringrazio Ladylink non posso fare a meno di notare la contraddizione di un blog che si occupa dello studio della lingua e della cultura di un paese che fra gli articoli piu’ graditi annovera quelli su come emigrare dal paese che si dovrebbe promuovere.

  4. Ciao ladylink, purtroppo non so come l’insegnamento delle lingue straniere debba misurarsi il “No Child Left Behind” ma avevo letto qualche tempo fa che diverse scuole rischiavano di dover ridurre le classi di lingue, arte, storia e altre materie simili, se non superavano l'”Adequate Yearly Progress”… Ti faccio sapere se mi capita di leggere qualcosa di più specifico. Un bacio!

  5. Ciao Lia, grazie del commento. Avevo dimenticato di scrivere della differenza tra scuole pubbliche e private. Hai notizie di come l’insegnamento delle lingue debba misurarsi con il No Child Left Behind?

  6. Ciao Ladylink, grazie del post, molto interessante e pieno di informazioni utili! Volevo solo aggiungere che la “teacher licensure” potrebbe essere necessaria anche per insegnare nelle scuole elementari e medie se statali; in generale invece non è richiesta se si vuole insegnare nelle scuole private. Inoltre, è vero che la “teacher licensure” dovrebbe essere rinnovata ogni 5 anni ma anche in questo caso, le regole cambiano a seconda dello stato in cui si vuole insegnare. Spero che queste informazioni possano essere utili!

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