Attività dinamiche per rompere il ghiaccio

Condividiamo con immenso piacere il contributo di Nicla Mazzoni, che ci segue regolarmente e che, sui vari social in cui interagiamo, ha sempre alimentato gli scambi con professionalità ed originalità. 

Per vivacizzare le lezioni, per dare una spinta a studenti timidi o stanchi, per ammorbidire un clima non troppo disteso in una classe, per abbattere la stanchezza dell’orario tardo, per far ripassare o parlare senza ansia da prestazione, ci sono molti validi motivi per proporre delle attività dinamiche a lezione. Lavorando con studenti adulti che arrivano affannati al corso dopo il lavoro, stanchi e spesso con una lunga giornata alle spalle, mi rendo conto che quei 90 minuti di contatto settimanale con la lingua devono essere potenziati al massimo.

Gli studenti con cui lavoro sono fortemente motivati, ma di frequente hanno bisogno di una sferzata di energia. Così sono alla ricerca continua di attività per movimentare le classi, mi spulcio siti vari e manuali per scovare l’esercizio o l’attività che possa svoltare la lezione. Molte volte scatta una vera e propria deformazione professionale: ogni volta che ascolto una canzone, che vedo un video o che leggo un fumetto o una striscia che mi piace, il mio cervello si domanda instancabile come potrei didattizzarlo. Ogni tipo di materiale è buono, purché interessante, accattivante, divertente o inerente, per un qualsiasi aspetto, al tema da approfondire o presentare in classe.

Proprio per questo motivo mi sono fissata con un video che molti dei miei contatti su facebook hanno condiviso: si tratta della versione inglese di una pubblicità danese. Un canale televisivo danese ha lanciato questo spot toccante con un forte messaggio contro la discriminazione sociale. Il video è stato trasmesso per la prima volta il 27 gennaio in occasione del giorno della memoria, ed è diventato virale in pochissimo tempo e gira in ogni angolo del web con sottotitoli in ogni lingua e trafiletti interpretativi. Guardandolo si possono osservare diversi gruppi di persone con tratti ben riconoscibili (una voce fuori campo li classifica man mano che occupano le rispettive postazioni, noi e loro, quelli di cui ci fidiamo e quelli che evitiamo, i campagnoli e quelli della città che non hanno mai visto una mucca, e così via). Ogni gruppo è confinato in un quadrato disegnato per terra, ciascuno definito e separato, ma la separazione e le divisioni sembrano sparire e riformarsi in modo fluido non appena il regista inizia a fare un appello speciale: chi era il buffone della classe? Chi ha visto gli UFO? Chi è una matrigna o un patrigno? Chi ha subito bullismo? Chi ama ballare?

Con poche domande si creano nuovi gruppi e nuove alleanze, nuovi “noi” ed emergono affinità che erano rimaste nascoste sotto etichette diverse. Prendendo spunto da questo video ben fatto e basato su questa brillante idea, ho deciso di provare lo stesso tipo di esperimento in classe. In base al livello del gruppo, ho stilato una lista di domande, per i principianti cose del tipo “chi ama la pizza? Chi ama la birra? Chi preferisce il vino bianco/rosso? Chi nuota/fa una passeggiata nel parco/legge un libro/va al cinema nel tempo libero?”.  Per livelli più avanzati ho pensato a domande legate al vocabolario o alla struttura/tempo verbale appena studiato.

All’inizio della lezione, dopo i soliti saluti e le domande di rito, ho fatto alzare tutti in piedi e li ho fatti avvicinare davanti alla lavagna, in uno spazio sufficiente per tutti e sgombro dai tavoli. Ho lanciato la prima domanda e ho mandato in un angolo quelli che hanno risposto no e nell’angolo opposto quelli che hanno risposto sì. Così sono andata avanti ad oltranza, mentre gli studenti ridacchiavano ogni volta che i gruppi si riformavano e scoprivano quali affinità insolite li accomunavano ai compagni.

Quando ho provato questo esperimento col gruppo dei principianti è stato davvero divertente, ho improvvisato un po’ di domande semplici, soprattutto sui gusti gastronomici, che sono una garanzia in questo caso, chi è che non conosce pizza, spaghetti, vino bianco e lasagne? Quando ho visto che il meccanismo era chiaro e che si stavano divertendo, ho chiesto loro di nominare qualche cibo/bevanda/pietanza ed è andata benissimo, si sono messi a ridere ai piatti improbabili che i compagni proponevano e hanno sorriso al ricordo del primo risotto alla pescatora, autenticamente italiano. Poi siamo passati agli sport e ai passatempi ed è bastato suggerire i primi tre o quattro (nuotare, leggere, sciare, andare al cinema) e poi sono stati loro ad elencare i loro hobby preferiti e ho percepito anche un po’ di aspettativa nel nominare qualcuna delle loro attività preferite e una certa dose di gioia divertita, lieve compiacimento, nel vedere che altri condividevano la stessa passione. Così l’anziano professore universitario in pensione ha scoperto che anche il giovane parrucchiere sportivo e palestrato ha un grande amore per la cucina indiana.

L’atmosfera che si è creata in quei 10 minuti ha portato allegria e leggerezza, c’è stato un ripasso del vocabolario praticamente senza sforzo e la lezione, spinta dall’onda energetica di quei pochi minuti, è andata alla grande.

Così per un livello A2 che ha appena affrontato un capitolo di Domani 2 sulle feste e tradizioni italiane ho proposto domande come: chi ha mai visto il carnevale di Viareggio/Venezia? Chi ha mai assaggiato il casu marzu (il famoso formaggio sardo)? Chi ha mai visto il palio di Siena? Chi ha mai visto un’opera lirica all’arena di Verona / il balletto alla Scala a Milano? Il festival di Sanremo? Chi ha mai provato la pizza a Napoli? Chi ha mai assaggiato gli arancini in Sicilia? Chi ha mai assaggiato gli spaghetti all’amatriciana in Lazio? Chi ha mai fatto un giro in gondola a Venezia?

Proprio in questa classe di livello A2 ho usato l’attività con uno scopo aggiuntivo. Dato che si tratta di un nutrito gruppo di adulti molto diversi tra loro e che dopo moltissime settimane ancora faticavano ad amalgamarsi, ho cercato di usarla per smussare gli angoli di certe antipatie piuttosto manifeste. Un tentativo diplomatico forse un po’ goffo, ma tra un gruppo di amanti dell’architettura barocca che fronteggia gli amanti del rinascimento fiorentino, uno scontro per raggiungere l’angolo giusto della stanza, un’aria di complicità per chi sa com’è solcare in gondola le acque sotto il ponte dei Sospiri, o scalare la cupola di San Pietro, c’è stato sicuramente un effetto positivo. Il movimento ha riattivato l’attenzione, gli scontri e le nuove “alleanze” hanno scatenato qualche risata, l’inevitabile confusione di 15 persone che vanno su e giù per l’aula ha reso l’atmosfera più rilassata. Anche in questo caso, con la scusa della cucina italiana e delle tradizioni dello stivale, ho spinto gli studenti a nominare i piatti tipici o eventi famosi, così da far guidare a loro l’attività. Si sono sciolti e la lezione è partita in un bel clima.

Il video danese è stato davvero uno spunto interessante e ha rappresentato un’ottima base per un’attività versatile che invita allo scambio e alla comunicazione. Si tratta inoltre di un’attività a costo zero: non servono fotocopie, non servono supporti di nessun genere, può essere svolta praticamente in ogni luogo (meglio con un minimo di spazio) e volendo può essere improvvisata anche all’ultimo momento, giusto il tempo di buttare giù le prime domande e poi lasciare spazio agli studenti. Funziona anche con gruppi piccoli e con livelli molto bassi. Invito a provarla e soprattutto a condividere eventuali feedback.

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Conosciamo meglio Nicla! 
Nicla Mazzoni è un’insegnante di italiano per stranieri da più di 10 anni. Ha lavorato in Italia, Repubblica Ceca, Germania e Gran Bretagna. Dopo aver studiato lingue straniere a Pisa, ha trovato lavoro in una piccola scuola di lingue e lì, lavorando con gli adolescenti in vacanza studio, ha scoperto la sua passione per l’insegnamento. Poco dopo aver preso la certificazione Ditals II, si è trasferita in Germania e ha lavorato per l’università popolare (VHS), la Berlitz e per alcune piccole scuole private. Attualmente insegna soprattutto ad adulti in due Sixth Form College a Brighton, nel sud dell’Inghilterra. 

 

3 pensieri su “Attività dinamiche per rompere il ghiaccio

  1. (scusa, ma “Chi se n’è andato”!). Comunque, molto interessante l’attività (e non ha bisogo di essere pubblicata su un libro per essere valida!

  2. aggiornamento: ieri ho provato l’attività con un livello più alto (B1). Per rivedere i verbi pronominali (trovati in Nuovo Espresso 3 e ampliati con la Grammatica avanzata della Alma) ho iniziato la lezione chiedendo “Chi se ne andato prima della fine di un film/spettacolo al cinema/teatro perché era troppo brutto/noioso?” “Chi se l’è svignata per non salutare qualcuno?” “Chi non ne può più della grammatica italiana e delle sue regole?” “Chi ce l’ha con l’insegnante perché dà troppi esercizi per casa?”. Agli studenti l’attività è piaciuta molto e hanno capito meglio il significato di alcuni dei verbi studiati.

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