Cari genitori…

da repubblica.it

Questa lettera è stata scritta da quattro ragazzi del Bangladesh che vivono a Roma da una decina d’anni. Sono giovani di diciotto, venti anni, hanno frequentato le scuole superiori italiane ma nessuno di loro si è diplomato o ha concluso gli studi. Lavorano in bar e ristoranti, vivono dalle parti di piazza Vittorio. Insomma, sono rappresentanti ideali della “Seconda generazione”. La lettera nasce da un momento “difficile” nella loro vita: la morte di un’amica, sedici anni, anche lei originaria del Bangladesh, anche lei “seconda generazione”. Elena, un nome di fantasia, è morta il 21 febbraio a Roma. Un incidente domestico, si è affrettata a dire la famiglia, una caduta accidentale dalla finestra mentre cercava di aggiustare qualcosa. Archiviato. Non per i suoi amici che sanno come Elena stesse vivendo negli ultimi mesi un disagio e un imbarazzo che nasceva dall’essere giovane, bella, piena di vita, innamorata come succede a questa età  , e però sommersa dai sensi di colpa e in lite con i divieti dei genitori di religione e cultura islamica.
Quando Elena è morta, i suoi amici hanno scritto questo documento semplice e sgrammaticato che è soprattutto una denuncia e una preghiera: loro, ragazzi stranieri di seconda generazione che vivono “in un paese straniero” chiedono aiuto prima di tutto ai genitori perchè il cammino dell’integrazione è per loro tanto necessario quanto difficile.E’ un documento particolare, unico, su cui riflettere a lungo e in più sedi. Lo mettiamo a disposizione integrale, con tutti i suoi errori di grammatica e tutta la sua forza.

“E. come ha potuto Dio portarti via da noi? Eppure sei la ragazza più buona, dolce e tenera che esista al mondo. Nel tuo cuore pieno di affetto e amore nel tuo viso pieno di sorrisi e di gioia Dio perchè ha scelto una persona così innocente come te? Oppure sei stata tu a chiedere a Dio di portarti via! Se sei stata tu allora perchè l’hai fatto? Non ti bastava l’amore dei tuoi genitori? Non ti bastava il voler bene dei tuoi amici e dei tuoi cari? Non riusciamo ancora a credere che tu non ci sia più tra noi, l’unica cosa che pensiamo tutti è: se è stato giusto morire a sedici anni! Quanto potrai aver realizzato i tuoi sogni a 16 anni? Quanto potrai aver divertito in così poco tempo? Questa è l’età   in cui le persone cominciano ad aprire gli occhi e a vedere la vera bellezza di vivere, si scopre cose nuove e nascono nuovi sentimenti e sono sentimenti che ti fanno venir voglia di vivere, ti fanno sognare ad occhi aperti e ti danno forza e coraggio per crescere sempre di più ma… sono anche sentimenti che hai sempre voglia di raccontare a qualcuno e quando non ci riesci ti scoppia dentro e ti senti male e questi sono sentimenti che hai voglia e soprattutto bisogno di condividerli con qualcuno ma qualcuno molto speciale (genitori, parenti, oppure amici).

E.,. (noi i tuoi amici) abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerti, sei sempre stata brava, dolce, simpatica e sincera con noi. Ci hai reso sempre partecipe della tua vita, ci hai condiviso tutti i i tuoi momenti felici e noi siamo stati sempre vicini nei tuoi momenti tristi. Chissà   se hai mai avuto occasioni in cui avevi voglia di condividere i tuoi sentimenti con qualcuno, avevi voglia di parlare della tua vita personale, avevi bisogno dei suoi consigli e tutto questo non riuscivi a farlo perchè la cultura di cui siamo origine e in cui siamo cresciuti, non ti permettevano di farle.

E. sappi che se qualche tuo piacere bisogno oppure sogno non è stato realizzato o se sei mai rimasta delusa della mentalità   della nostra cultura noi ( i tuoi amici), ti promettiamo di impegnarci fino in fondo per migliorare la nostra cultura in modo che nessuna altra persona potrà   rinunciare i suoi sogni i suoi divertimenti o i suoi diritti da essere umano per colpa di mentalità   della nostra cultura.

In ricordo della morte della nostra amica E., ci rivolgiamo ai nostri genitori e a tutti i genitori della nostra cultura che vivono in questa società   in cui siamo stranieri:
Mamma, papà  , vi ringraziamo tanto di averci fatto nascere e averci fatto vedere la luce del mondo. Siete voi le persone più care a noi: sia nel bene che nel male. In questa società   dove noi siamo stranieri sappiamo che per voi è molto difficile lavorare e mantenere una famiglia e quindi per il lavoro voi non riuscite a stare molto vicini e ad assistere la vostra famiglia. Sappiamo anche che il vostro sacrificio è tutto per un nostro futuro migliore ma… volevo farvi notare che noi stiamo crescendo sempre di più e voi state perdendo il momento più bello della nostra vita , questo è il momento in cui abbiamo bisogno di una guida che ci impara a sedere, camminare, leggere, scrivere, a voler bene, a rispettare gli altri e ad amare.

Dovete sapere che anche per noi è difficile crescere in questa società  , non riusciamo né a comprendere bene la nostra cultura né ad integrarsi in questa società   dove viviamo come stranieri. Avvolte se andiamo nelle cattive strade vogliamo che voi ci comprendiate, vogliate sapere qual è il nostro problema e perchè l’abbiamo fatto, vogliamo che proprio in questi momenti voi siate vicini a noi e ci aiutiate a risolvere i nostri problemi. La maggior parte delle volte voi invece di fare tutto ciò ci sgridate, ci mettete in punizione, non provate neanche a comprendere i nostri problemi e in questi casi noi ci sentiamo molto soli e delusi di voi e perciò arriviamo in un punto in cui per colpa della nostra età   non riusciamo a controllarci e arriviamo a fare certe cose che sono veramente sbagliate. Noi siamo giovani e quindi siamo inesperti e perciò sbagliamo in ogni passo che facciamo. La maggior parte di volte noi vi nascondiamo tante cose della nostra vita e quindi voi anche se avete voglia o volontà   di aiutarci non riuscite a farlo. Il nostro silenzio deriva forse dal rispetto verso di voi oppure perchè abbiamo paura o per non deludervi oppure forse perchè siamo cresciuti mantenendo una certa distanza tra voi.

Mamma, papà  , siete voi le persone più importanti e più care a noi la nostra educazione dipende tutto da voi. Cercate di venire in contro a noi quando siamo in difficoltà   e noi cercheremo di dare il massimo per rendervi felici”.

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