Il punto In.IT di Buenos Aires

Carolina, insegnante di italiano a Rosario, Argentina, ha incontrato per noi Enrico Lovato, responsabile del nuovissimo Punto In.IT di Buenos Aires. Il post è suo.

Il 25 settembre scorso è stato inaugurato  Buenos Aires, capitale della Repubblica Argentina, un Punto In. It.
Anche se non abito nella capitale (in effetti sono di Rosario, città distante circa 320 km. da lí), ho avuto occasione di partecipare all’incontro perchè gentilmente invitata dal responsabile di questo nuovo show room: Enrico Lovato.
Propio lui, molto cortesemente, mi ha rilasciato quest’intervista.

Continua a leggere

Porfido in Perù

Sarò in Perù dal 18 settembre al 7 ottobre.

Starò prevalentemente a Lima e rimarrò una settimana a Cusco, dal 29 settembre al 4 ottobre. Chiunque voglia mettersi in contatto con me può scrivere una mail a ildueblog@gmail.com.

Offerta di lavoro in Nicaragua

Si sa. Va così. E’ capitato a tutti gli insegnanti italiani di italiano a stranieri. Un bel giorno un caro amico o una cara amica prende e parte. E se ne va a lavorare dall’altra parte del mondo. E la nostra amicizia è salvata dalla mail, da Skype, da ildueblog…

Altre volte siamo noi che partiamo e lasciamo in Italia tanti amici e colleghi. E altri se ne andranno e se ne sono andati. Spesso senza sapere bene a cosa si andava incontro. Con un po’ di avventatezza. Con quel pizzico di follia che serve a chi prende e parte e attraversa oceani per fare questa strana professione.

E’ per questo che inserisco questa richiesta di lavoro. In un posto lontano e complicato, senza tante garanzie e con poche certezze. Pubblicizzato da un blog in cui l'”about us” tutto sembra tranne che una scuola. Eppure è così. Se qualcuno la contatterà, per favore ci faccia sapere. Siamo curiosi.

Nel frattempo, metto tutta la mail che abbiamo ricevuto con preghiera di pubblicazione (non cambio nulla, i refusi non sono miei).

Continua a leggere

La festa del professore

 

Oggi, 15 maggio (da me è ancora di mattina, abbiate pazienza!!!), si celebra “La festa del professore” in Messico. Da noi c’è solo un termine per definire tutti i docenti: maestri o professori sono sempre “maestros”, e quindi la data viene festeggiata nelle scuole di ogni ordine e grado, e serve anche a ricordare le condizioni di ingiustizia in cui lavorano tanti “maestros”, i bassi salari e le cattive condizioni contrattuali che devono soffrire.

Da questa parte del mondo invio a tutti voi, cari colleghi, un abbraccio virtuale e tanti auguri.

Buona festa del professore!!

Marcelo e la Dante

Dopo un periodo di intenso lavoro, torno a scrivere, in questa occasione per raccontarvi le vicissitudini del collega argentino Marcelo, vittima delle poche garanzie lavorative che hanno gli insegnanti e delle quali si è parlato in questa ed altre sedi. Lui ci aveva chiesto di aspettare per poter raccontare la sua storia, e così abbiamo fatto.

Il tutto è cominciato lo scorso dicembre, più precisamente il 29, data di chiusura del ciclo scolastico della Dante Alighieri di Mar del Plata, Argentina, istituzione presso la quale Marcelo lavorava fin dal 2002. Per la prima volta, la scuola ha deciso di rimanere chiusa durante il mese di gennaio, e ha pagato le tredicesime ai suoi professori solo dopo l’11 gennaio, in seguito a innumerevoli telefonate di protesta dei dipendenti. Quando Marcelo è stato convocato nello studio del contabile della menzionata istituzione, gli è stato richiesto, per poter percepire il suo stipendio, di rendere i libri che aveva preso in prestito dalla biblioteca per preparare i materiali per il ciclo successivo. Marcelo, stupefatto e indignato da questo che lui definisce atteggiamento estorsivo, si è rifiutato e ha manifestato che avrebbe indirizzato il suo scontento presso il sindacato ed enti che potessero aiutarlo a far fronte alla sgradevole situazione. La tredicesima gli è stata pagata, ma lo stesso giorno gli è stata inviata la lettera di licenziamento ricevuta lunedì 15 gennaio.

Il motivo del licenziamento non gli è stato spiegato, e in queste ore è in corso uno scambio di telegrammi tra le due parti, all’ultimo dei quali però la Dante non ha risposto.

Da questo angoletto del web ci auguriamo ed auguriamo a Marcelo che la situazione possa risolversi e che l’ingiustizia da lui subita sia in qualche modo riparata.

Vi aggiorneremo sull’andamento della situazione non appena avremo novit .

Insegnamento dell’Italiano a Buenos Aires

Ricevo e posto la testimonianza di Dafne, collega argentina che lavora a Buenos Aires.

A Buenos Aires ci sono diversi centri, il cui numero è in aumento, nei quali si insegna la lingua ma non si considera la cultura, perché la si ritiene antieconomica.
L’Associazione Dante Alighieri di Buenos Aires sta pian piano perdendo il monopolio dell’insegnamento ed ha, come le altre istituzioni, rinunciato, ma solo in parte, alla cultura perché poco redditizia, riducendo i corsi di letteratura, storia e storia dell’arte al minimo.
Il problema più grave è che non ci sono professori formati presso l’unico Istituto di Formazione Docente in cui si insegna italiano a Buenos Aires. Gli insegnanti sono ex-allievi della Dante che si improvvisano professori dopo quattro anni di studi, non professionalizzanti, quindi senza una effettiva conoscenza della lingua italiana, poiché hanno ridottissime nozioni di grammatica, di cui non sono neppure consci, per non parlare della totale mancanza di consapevolezza riguardo alla cultura italiana e tanto meno della letteratura.
Ogni tanto arriva un giovane neolaureato italiano che vuole farsi la sua bella esperienza all’estero, ma senza una formazione specifica sull’insegnamento dell’italiano come LS e senza conoscere i problemi relativi all’analisi contrastiva, indispensabili per affrontare l’insegnamento dell’italiano a ispanofoni. Comunque basta che arrivi un madrelingua sia pure cameriere o casalinga, perché venga immediatamente assunto.
Quanto viene pagato un insegnante? Dai 6,50 ai 10 pesos l’ora. Un biglietto di andata in autobus costa 0,80 pesos, un caffè ne costa 2. Ci vogliono 4,03 pesos per comprare un euro, ma l’importante è cosa si fa qui con 10 pesos…
La Dante Alighieri periferiche inventano iscritti per ottenere la sovvenzione dello Stato Italiano e della Dante di Roma. Mancano le ispezioni!
Credo che vada difeso il salario e il prestigio di chi si è occupato di formarsi, in ogni angolo del mondo.
Per quanto riguarda gli insegnanti MAE, purtroppo sono avvocati, commercialisti abilitati all’insegnamento dalle vecchie leggi italiane. Non hanno idea di cosa significhi insegnare. Non capiscono i ragazzi e anzi li picchiano, fatto assolutamente vietato da queste parti. Vivono da signori e la forte crisi argentina contribuisce a ciò. Pochissimi sono qualificati per l’insegnamento.
Gli insegnanti che si formano presso l’”Instituto del Profesorado”, lavorano nelle scuole statali, in alcune delle quali fortunatamente si insegna la lingua italiana già dalle elementari. Ma tanti finiscono con l’insegnare presso istituti privati che all’inizio sembrano essere la manna piovuta dal cielo, però man mano che si va avanti negli anni escludono i professori più anziani perché più “cari”.

Aggiornamenti dall’America Latina

Nell’emisfero nord, dicembre è cominciato con temperature bassissime, da record, e con alcune notizie interessanti che vedono protagonisti alcuni Paesi latinoamericani.

Messico

In mezzo alle proteste dell’opposizione, che contestava duramente la presunta frode elettorale mai chiarita durante le elezioni del luglio scorso, si è svolta venerdì 1 dicembre la cerimonia di isediamento di Felipe Calder n come presidente della Repubblica. Cerimonia travagliatissima, durata pochi minuti, tra i fischi della sinistra e gli applausi dei deputati e senatori di destra, che avevano occupato la tribuna della Camera tre giorni prima per evitare che l’opposizione potesse boicottare l’insediamento.

Felipe Calder n ha decretato l’austerit del governo ed ha diminuito il suo stipendio e quelli dei suoi collaboratori del 20%…. facendo diventare realt una delle promesse di campagna del suo avversario politico Andrés Manuel L pez Obrador. Il neo presidente del Messico, appartenente ad un partito di destra, rappresenta quasi una rarit nella particolare “dislocazione a sinistra” verificatasi negli ultimi anni nell’America Latina.

Venezuela

Se ci spostiamo un po’ più a sud, arriviamo a Caracas, dove in queste ore i simpatizzanti del presidente Hugo Ch vez festeggiano la rielezione del loro candidato nei comizi di domenica scorsa. Si temeva il peggio, dopo gli scambi di battute e insulti che i due candidati si erano da tempo scambiati, ma le elezioni, molte osservate da inviati dell’Unione Europea e dell’OEA, si sono svolte in calma, lo sconfitto candidato di destra Manuel Rosales ha riconosciuto subito di aver perso e ha fatto i complimenti al suo avversario.

Bolivia

Dall’emisfero sud, che gode di temperature ben diverse da quelle che soffrono in questi giorni i messicani, giunge la notizia che il presidente boliviano Evo Morales ha emanato lo scorso 3 dicembre una legge che consolida la propriet degli idrocarburi per lo Stato boliviano. questo l’ultimo passo verso la nazionalizzazione che ha consentito ai boliviani di ricuperare il controllo delle risorse che fino a poco tempo fa erano in mano alle multinazionali. Il processo di nazionalizzazione del gas e il petrolio ha riscontrato non poche proteste da alcuni settori della societ boliviana e dalle compagnie straniere che operavano nel Paese sudamericano.

E di nuovo in Messico

Per concludere questo giro del continente, torniamo al nostro punto di partenza. Andiamo in particolare a Oaxaca, dove il conflitto non è ancora stato risolto, e la situazione rischia di peggiorare dopo l’arresto del leader della APPO, Flavio Sosa, e di altri membri dell’Assemblea Popolare. Martedì 5 dicembre, un numeroso gruppo di intellettuali e artisti ha fondato il “Comité de liberaci n 25 de noviembre”, associazione che reclamer la liberazione dei detenuti di questi mesi di conflitto e la ricomparsa dei “desaparecidos” durante gli scontri con le forze dell’ordine. Del comitato fanno parte scrittori, pittori e fotografi, giornalisti, avvocati e rappresentanti della chiesa.

Vi aggiornerò sullo svolgersi della situazione, e sull’andamento di queste giornate fredde fredde che precedono le feste… sapeste che goduria in classe, senza riscaldamento e a 8ºC!!!

Notizia della settimana in Messico

Al conflitto di Oaxaca, non ancora risolto, si è aggiunto lunedì mattina un nuovo motivo di preoccupazione. Tre ordigni sono esplosi a Citt del Messico, uno nella sede di un partito politico, un altro negli uffici del Tribunale Elettorale, ed un ultimo davanti ad una banca. Le esplosioni sono state rivendicate da cinque (ben cinque!!) gruppi armati finora sconosciuti, in protesta sia per la mancanza di soluzione nel conflitto di Oaxaca che per gli imbrogli elettorali, mai chiariti, durante le scorse elezioni presidenziali.

Questa è la prima volta in molti anni che atti del genere si verificano in Messico; finora la maggior parte dei movimenti sociali, quello della APPO compreso, si erano sempre fondati sui principi della non-violenza. Perfino il movimento zapatista, nato come esercito popolare, aveva subito deciso di ascoltare l’appello della gente e lasciare da parte le armi.

Che le previsioni più pessimistiche di tanti analisti politici, dopo la negazione del governo federele ad aprire i seggi per far sparire i dubbi sul recente processo elettorale, si stiano avverando? La violenza, a mio parere, non può mai trovare giustificazioni e va sempre condannata, ma il pericolo di chiudere le vie legali, istituzionali, per la risoluzione dei problemi, è proprio quello di dare, agli occhi di alcuni cittadini, l’impressione che non si possa ottenere nulla per vie pacifiche.

interessante chiedersi anche fino a che punto questo modo di fare si stia diffondendo in tutto il mondo, e fino a che punto siano allarmanti le prospettive di chiudere strade alla pace come modo prioritario per risolvere i conflitti.

Approfitto di questo post per ringraziare pubblicamente ildueblog per avermi proposto di curare questa sezione e di partecipare attivamente al resto del blog.

In futuro vi aggiornerò, prometto, su altri argomenti che riguardino anche altri Paesi dell’America Latina e le gioie e i dolori di insegnare l’italiano da questa parte del mondo.

Adriana

Messico: la polizia spara sugli insegnanti

Questa la cronologia dei fatti fino alla sanguinosa repressione di ieri in cui hanno perso la vita due insegnanti:

Oaxaca, capitale dell’omonimo stato, Messico

22 maggio – 70.000 maestri entrano in sciopero per chiedere aumenti salariali.
14 giugno – il governo di Ulise Ruiz ordina una violenta repressione. Ci sono 92 feriti.
23 giugno – nasce la Appo (Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca), composta da 350 organizzazioni sociali che solidarizzano con il movimento dei maestri e chiedono la dimissione di Ulises Ruiz. La Appo in appoggio agli insegnanti barrica la città.
27 ottobre – il presidente uscente, Vicente Fox decide di inviare reparti della polizia federale in appoggio alla polizia locale: 3.800 agenti, appoggiati logisticamente da 5.000 uomini dell’esercito, che rimuovono, con l’appoggio di mezzi blindati ed elicotteri, le barricate. Duranti gli attacchi vengono uccisi un cameraman di Indymedia New York, Bradley Roland Will, il professor Emilio Alonso Fabiàn, e Esteba Ruiz, militante della APPO. Più di 23 i feriti. Dall’inizio dei disordini sono almeno 13 le persone, per lo piu’ maestri elementari, morte per mano di cecchini paramilitari.
28 ottobre – il subcomandante zapatista Marcos invia un messaggio di solidarieta’ ai manifestanti di Oaxaca: “Le strade sono bloccate dalla polizia – ha detto il leader dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) parlando a Chihuahua, nel Messico settentrionale – nell’aria non volano uccelli ma aerei dell’esercito. Il popolo e’ circondato e sente di essere solo, ma noi diciamo che non e’ solo, che lo appoggiamo”. Anche il leader del Partito della rivoluzione democratica (Prd) ed ex candidato sconfitto di misura alle recenti elezioni presidenziali. Andres Manuel Lopez Obrador, si schiera con i manifestanti della Appo sostenendo “inaccettabile e indegno” che il governo del presidente Fox continui a sostenere il governatore Ruiz, bollato di “antipopolare, sinistro e repressore”.

Il due blog esprime piena solidarietà ai colleghi insegnanti di Oaxaca.