Convegno Dilit 2006 – secondo giorno

.

Relazioni plenarie del secondo giorno (Clicca sulla vignette per ingrandirle):

Anna Maria Ajello (Direttore del Dipartimento di Psicologia dei Processi di sviluppo e Socializzazione dell’Università  di Roma “La Sapienza”) ha tenuto un’interessante relazione sull’importanza della discussione in classe, requisito fondamentale di una lezione per far evolvere la capacità di ragionamento degli studenti. L’approccio di influenza vygotskiana proposto dalla relatrice dovrebbe avere una parte importante nel percorso formativo degli apprendenti. Speriamo che i prossimi ministri dell’istruzione l’ascoltino…

Giorgio Chiari (Professore di Metodologia e Tecniche della Ricerca Sociale alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento) ha tenuto una relazione dal titolo Cooperative Learning: un nuovo metodo per una nuova scuola. Il contenuto del laboratorio può essere letto qui, e forse sarebbe bene farlo perché purtroppo la relazione non è stata molto illuminante. Come ha scritto Leonardo in un commento al post sul primo giorno del convegno: “Chiari ha lanciato un messaggio contraddittorio di questo tipo: il modo migliore per apprendere qualcosa intorno al modo migliore per apprendere (il cooperative learning) è un modo di gran lunga peggiore di apprendere (la lezione frontale).

Teresa Remoli (Psicologa, Formatore dell’ACP (Approccio Centrato sulla Persona) e del Metodo “Effectiveness Training” di Thomas Gordon) ci ha presentato il “Metodo Gordon”. Forse perché è stata l’ultima relatrice, forse perché la platea era stanca, forse perché la troppa luce in sala non permetteva una chiara visione di tutte le sue diapositive… fatto sta che oltre all’invito a creare in classe un clima empatico di questa relazione non ricordo nulla. Megli rileggere qui di cosa ha parlato.

Questo è tutto.

Resta da affrontare l’argomento laboratori, abbastanza deprimente, che apre davvero una discussione già introdotta da Christopher Humphris sulla lista di discussione di Perugia, come Leonardo ha accennato nei commenti.

PS: le vignette sono di Yuri, un’amica e un’insegnante in gamba 😉

Un pensiero su “Convegno Dilit 2006 – secondo giorno

  1. Dal diario di un docente cui è stato chiesto di tenere un laboratorio.

    Laboratorio sì laboratorio no.
    Che fare? Anzi: che far fare?
    Sì perché se seguo le mie idee sono sicura che otterrò qualche dissenso, o almeno non una completa e felice adesione. E questo perché?
    Perché so che uno dei dogmi universalmente condivisi sulla psicologia dell’apprendente è la tendenza alla passività: così, nel momentaneo passare da docente a discente, il prof si trova ad incarnare quello studente che di solito critica per la sua passività.
    Se l’ansia e il bisogno di approvazione e la non abitudine al minimo rischio avranno la meglio, ecco che mi presenterò con il mio Power Point & C. ed è fatta, per la maggioranza del tempo è lezione frontale, seppure interattiva e spiritosa e modernamente aperta al dialogo: il laboratorio consisterà in una percentuale minima di tempo in cui annuncio che faremo cose pratiche…ma ahimé mi scuserò della mancanza di tempo, dovremo ridurre e solo accennare. Sarà per la prossima (coro:puff.. pant!)

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.