Così è l’it

Venerdi’ 18 gennaio il portale Italia.it, che avrebbe dovuto lanciare l’immagine dell’Italia nel mondo offrendo contenuti e informazioni del nostro Bel Paese, è deceduto.

Costato ufficialmente 45 milioni di euro, costellato di errori improbabili e grossolane mancanze strutturali quali una bassa usabilità, il non rispetto della legge Stanca e sovrabbondante di orpelli in flash, ha iniziato la sua agonia sin dal primo giorno di “apertura”.

Assolutamente non pubblicizzato, assolutamente privo di validi contenuti e di un sufficiente “perché” che ne spiegasse la ragion d’essere, ha vivacchiato per meno di un anno. Chiuderà anche la redazione di Napoli, costata anch’essa un sostanzioso investimento di milioni di euro, che avrebbe dovuto occuparsi della gestione del portale.

La decisione è stata presa dal Dipartimento dell’innovazione tecnologica, mentre nessuna nota sarebbe pervenuta dal ministro Rutelli o dal suo Ministero per i Beni e le Attività Culturali da cui il portale dipendeva, dopo l’inaugurazione in pompa magna dello scorso anno.

I funerali si sono tenuti in forma privata nella giornata di venerdì. Amen.

PS: vi consiglio di andare a rivedere il vecchio post in cui, 10 mesi fa, si annunciava l’apertura del postale. Riguardarsi e risentirsi il video di Rutelli che invoglia in inglese gli stranieri a venire nel Bel Paese è quasi struggente.

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Ancora PS: resiste invece, per i curiosi che hanno perso l’occazione di visitare il portale, il suo clone, dove si può ammirare lo splendido logo in tutto il suo splendore…

2 pensieri su “Così è l’it

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