Due chiacchere con l’APIDIS.

Nella nostra centocinquantennale nazione per fare la guida turistica ci vuole il patentino, per fare il tassista ci vuole la licenza personale, per fare il giornalista ci vuole l’iscrizione all’albo. Per fare la badante? Sì, ci vuole l’iscrizione all’albo, mica ti puoi improvvisare ! (vedi qui)

Indovinate un po’ qual è una delle professioni che possono fare tutti, ma proprio tutti.

Bravi, avete indovinato.

Come forse avrete letto, da poco esiste un esamino per gli immigrati che richiedono il permesso di soggiorno permanente. Nulla di difficile. Ma chi li fa questi esami, personale qualificato? Boh!

Ma chi sarebbe poi questo personale qualificato? Boh!

Poi ovviamente c’è l’annosa questione dell’integrazione linguistica dei figli degli immigrati che si inseriscono nella scuola dell’obbligo. Chi dovrebbe essere impiegato nelle azioni di supporto? Boh!

Non ultimo c’è il fatto che le scuole di lingua possono assumere chi vogliono. Anche nonna con la terza elementare, in astratto. Il settore delle scuole di lingua  (ASILS) è una fetta non piccola del lavoro per gli insegnanti di italiano per stranieri e si colloca come settore collaterale al turismo, più precisamente in quello del turismo culturale. Ebbene, se vuoi aprire un B&B le istituzioni pubbliche si preoccupano molto di cosa fai, degli standard che offri, anche di quante sedie e lampadine hai sul comodino. Non sia mai che si faccia una brutta figura all’estero. Però alle stesse istituzioni non frega assolutamente nulla se nelle scuole che loro variamente patrocinano viene impiegato questo signore qui (sempre in linea teorica astratta, s’intende).

La questione degli albi professionali è una questione di alti princìpî di teoria politica: liberalismo o non liberalismo. In proposito, nella nostra centocinquantennale nazione in verità se ne sono sviluppate due: la Prussia federiciana (per giornalisti, tassisti, affittacamere, venditori ambulanti, badanti, istruttori di nuoto, etc.) e gli Stati Uniti jeffersoniani (per traduttori, istruttori di pilates, noi e sicuramente qualche altro idiota).

Che fare? Ognuno si regola secondo la sua coscienza, però intanto qualcosa si muove.

L’APIDIS (Albo Professionale Italiano dei Docenti di Italiano a Stranieri) (http://www.apidis.it/) è un’iniziativa nata nel 2008 con lo scopo di creare massa critica per ottenere il riconoscimento legale di una professionalità che ormai, da più di un decennio, molte persone sono andate acquisendo e perfezionando attraverso corsi di specializzazione, corsi professionali, tesi, corsi universitari e pratica in classe, spesso anche all’estero.

Noi de Il due Blog, con in nostri potentessimi mezzi abbiamo contattato Emilio Porcaro, il presidente dell’APIDIS, che ci ha spiegato che l’associazione svolge un’attività di contatto con le istituzioni, per fare noto a qualche politico o dirigente di ministero che esistiamo anche noi. Ma serve numero.
Quindi ascoltate qui sotto l’intervista e se vi piace iscrivetevi all’APIDIS e magari fate anche proseliti presso la vostra scuola.

[audio:https://www.ildueblog.it/public/2011/01/Porcaro_apidis_edit11.mp3|titles=Intervista Porcaro – Apidis]

Altrimenti, ma questa è una previsione mia personalissima, temo che finirà male per noi: i sindacati confederati che devono sistemare tutti i loro precari faranno valere 100 punti un’ora di supplenza per insegnare Dante e Foscolo in un liceo di italianissimi bambinacci e noi che abbiamo specializzazioni e esperienze decennali con Yuko, John, Karl e Didier avremo 1 punto e andremo tutti a fare l’esame all’albo per badanti. Dove ovviamente ci bocceranno perché non abbiamo la necessaria esperienza.

3 pensieri su “Due chiacchere con l’APIDIS.

  1. Mi fa molto piacere sapere che esiste questo albo; condivido tutto quanto contenuto in questo articolo ora più che mai in quanto ho appena espresso in più sedi il mio disappunto nel non aver avuto ancora riconosciuta la competenza acquisita attraverso corsi di specializzazione e “pratica” sul campo, nel settore dell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Ciò si evince anche dalla totale assenza di titoli relativi a questo insegnamento nel lungo manuale che ho consultato per compilare l’anagrafe dei titoli dei docenti della scuola statale.

  2. Mi fa molto piacere sapere che esiste questo albo; condivido tutto quanto contenuto in questo articolo ora più che mai in quanto ho appena espresso in più sedi il mio disappunto nel non aver avuto ancora riconosciuta la competenza acquisita attraverso corsi di specializzazione e “pratica” sul campo, nel settore dell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Ciò si evince anche dalla totale assenza di titoli relativi a questo insegnamento nel lungo manuale che ho consultato per compilare l’anagrafe dei titoli dei docenti della scuola statale.

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