La Montessori e l’errore

Aggiungiamo alla categoria delle Citazioni anche l’unico nome italiano che sia mai entrato nel novero dei veramente grandi: Maria Montessori, uno di quei personaggi le cui parole e le cui azioni ricordiamo, un po’ tutti, troppo poco. Nel passo che segue, la Montessori parla, come di consueto, di bambini, ma sappiamo quanto la didattica delle lingue abbia attinto alla pedagogia, scienza primaria dell’insegnamento. Il tema è uno dei più cari al nostro campo: come trattare l’errore.

(…) Il compito dell’insegnante sarà  illustrato in un altro capitolo, ma una delle cose che, in ogni modo, l’insegnante non deve fare, è di interferire per lodare, per punire o correggere errori. Sembra a molti educatori un principio sbagliato ed essi sono contrari al nostro metodo sempre su questo punto. Dicono: “Come potete far progredire il bambino se non ne correggete gli errori?”. Nella educazione comune il compito fondamentale dell’insegnante è quello di correggere, tanto nel campo morale che in quello intellettuale; l’educazione cammina secondo due direttive: dare premi o dare punizioni; ma se un bimbo riceve premi e punizioni, significa che non ha l’energia di guidarsi e che egli si rimette alla continua direzione dell’insegnante. I premi e le punizioni, in quanto estranei al travaglio spontaneo dello sviluppo del bambino, sopprimono e offendono la spontaneità dello spirito. Non possono perciò aver luogo nelle scuole, come le nostre, dove si suol rendere possibile e difendere la spontaneità. I bambini lasciati liberi sono assolutamente indifferenti a premi e castighi.

L’abolizione dei premi non avrebbe suscitato proteste: in fondo, costituiva un’economia; ed in ogni caso i premi toccano a pochi e, generalmente, a fine anno. Ma le punizioni! Questa era un’altra faccenda: esse capitano ogni giorno. Che cosa significano le correzioni? sul quaderno dei compiti? Significa segnare dieci o zero! Come può rappresentare una “correzione” lo zero? Allora l’insegnante dice: “Fate sempre gli stessi errori; non ascoltate quando io parlo; sarete bocciati agli esami”. Tutte le note sui quaderni, e le osservaioni delle maestre, producono una riduzione dell’energia e dell’interesse. Dire “Sei cattivo” o “sei stupido” è umiliante: è insulto e offesa, ma non correzione perché il bambino per correggersi deve migliorare, e come può migliorare se già è sotto la media, ed oltre a ciò viene umiliato? (…)

Se un bimbo manca di disciplina, diventa disciplinato lavorando in società con altri bimbi, e non col sentirsi dire che è indisciplinato. Se dite a uno scolaro che non sa fare una cosa, vi potrà facilmente rispondere: “Perché me lo dici, lo so già!”. Questa non è correzione, ma presentazione dei fatti. Correzione e perfezionamento vengono soltanto quando il bimbo può esercitarsi a volontà per lungo tempo.

  • Da: M. Montessori, La mente del bambino, Garzanti, Milano, 1970, pp. 243-243 (I ed. italiana: 1952 – I edizione originale inglese con il titolo ‘’The absorbent mind’’, 1949).

Come al solito, lascio ai lettori i commenti alla citazione.

2 pensieri su “La Montessori e l’errore

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  2. Mi sembra un punto di vista pienamente accettabile. E’ ancora consuetudine trattare i bambini con le stesse metodiche che usava il noto fisiologo I.Pavlov sui suoi cani per lo studio del riflesso incondizionato .A mio modesto parere il bambino deve essere reso consapevole delle diverse alternative che ci possono essere alle sue soluzioni, ai suoi modi di fare e dunque anche ai suoi errori. Se gli si fa cogliere che le alternative rappresentano un passo del percorso di crescita, si avvia un processo educativo.

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