Ladylink negli USA, primi 6 mesi

Sono ormai 6 mesi che tutti i giorni metto piede a Keezell Hall. Il Foreign Languages Department qui vanta, tra lingue vive e lingue morte (latino e greco), ben 16 lingue (Spagnolo, Italiano, Francese, Tedesco, Arabo, Cinese, Giapponese, Coreano, Russo, Farsi, Swaili, Ebraico, Hindi e Portoghese).

Da quello che ho capito lavoro in una sorta di oasi, dove c’è una grande libert di azione, una grande fiducia data agli insegnanti. Un vero mito la Department Head. Cordialissimi i colleghi. Cordialissime le segretarie ed estremamente gradevoli gli studenti. Molto rispettosi, mi riempiono la posta elettronica di messaggi se non possono venire a lezione, se non possono fare l’esame, se non sono venuti all’esame perché non gli è suonata la sveglia (proprio oggi), ecc ecc

In generale gli studenti, ma gli Americani tutti, o almeno quelli della mia citt e di tutti gli aeroporti in cui ho avuto il piacere di sostare per ore, sono tutti estremamente gentili e sorridenti. Per strada come nel Campus, nei corridoi come in ascensore, uno studente che incrocia la tua strada e per caso te la taglia o non ti permette il passaggio, si scuser sempre, anche quando è del tutto evidente che sei tu, il professore, ad essersi avvicinato troppo, ad essersi fiondato in ascensore, a non aver aperto bene la porta.

Gli studenti qui sono anche contenti di fare Quiz e Test, perché servono a determinare la media: i Test sulla grammatica, i Quiz sul vocabolario: è veramente impegnativo preparare le lezioni, preparare gli esami, correggere gli esami e arrivare in classe sorridenti.

Blackboard aiuta a tenere tutto sotto controllo: su Blackboard scrivo il contenuto delle lezioni e dei compiti, posso scrivere Avvisi, che oltre a rimane sulla piattaforma, vengono inviati nella mail degli studenti. Allego il programma del corso, tengo aggiornato il calendario del corso con gli appuntamenti salienti. Posso inserire i voti di ogni esame, in modo che risultino agli studenti, possono caricare gli esami, che gli studenti possono sostenere, con l’opzione di negare l’accesso ad internet, dandogli un determinato limite di tempo. Tutto questo e molto altro si può fare con la Blackboard e molto altro imparerò domani, visto che mi sono segnata ad uno dei vari Workshop.

Perché le universit americane sono un pullulare di workshop e seminari, conferenze, incontri, dibattiti. Non ci si annoia mai durante il giorno e nemmeno di notte, perché ci sono concerti, della Scuola di Musica e vari, l’universit è in fermento ad ogni ora.

Il mio Campus è un po’ come quello che ci viene trasmesso dai film: tanti edifici ma tanto verde. Adesso che la Primavera sembra essere esplosa, gli studenti popolano le zone verdi: spesso stanno sdraiati, spesso giocano a frisbee, spesso a baseball, a calcio? No a calcio no! C’e un grande prato davanti a Keezell Hall, è la zona verde principale, è il Quad, quello dove è stata fatta la foto aerea con gli studenti che formavano il numero 100.

E’ appena scoppiata la primavera e per gli studenti sembra arrivata l’estate: shorts e magliette e canottiere per ambo i sessi… Infradito a go go durante tutto l’inverno, quindi poterle sfoggiare adesso non fa abbastanza primavera, bisogna mettersi le mini e i vestitini da mare… a questo sento che ancora non mi sono rassegnata.

La situazione allora sembrerebbe idilliaca, ma lavorare a contatto con questi studenti non è così facile. Cullata dal Framework, i dettami del sillabo a spirale influenzano ancora il mio pensare ma, ahime, non il mio agire. E come insegnante sento di avere le idee confuse. La mole dei contenuti grammaticali e le lezioni da 75 minuti mi spiazzano, sebbene riesca ad organizzare bene la lezione secondo il tempo che ho a disposizione, ho sempre l’impressione di non avergli dato abbastanza, di non aver fatto la cosa giusta per loro, sensazione peraltro che mi porto appresso dall’anno scorso.

Gli studenti nel primo anno di studi, in due semestri, studiano tutta la grammatica. I libri di testo non aiutano a raggiungere questo obiettivo. Sono inadeguati nei contenuti, nello stile, non so a che metodo si ispirino, certo è che mettono a dura prova noi insegnanti: costano più di 100 dollari e più di una volta mi sono fatta gli scrupoli: come faccio a non far “toccare” questo testo ai miei studenti, visto che è costato così tanto? Ma anche le pagine con la riflessione grammaticale, non vanno bene, sono non esaustivi, di più. E l’autore del libro parla allo studente dandogli del Lei.

I miei studenti hanno studiato per la quarta volta, (quarta volta da quando hanno cominciato a studiare italiano) il passato prossimo e continuano ad usare un unico ausiliare senza consapevolezza.

Uno studente tempo fa mi ha scritto questo:

Dear Professoressa C.,
Non sto ritenendo bene. Ho desiderato li lascio sapere che sarò oggi codice categoria mancante perché posso essere ammalato. Prego E-mail me che cosa abbiamo fatto oggi nel codice categoria.
Grazie.

Francamente,

T.

Quel passato prossimo in realt mi ha lasciata più perplessa, che contenta.

Poi però incontri per strada un tuo studente, che ti fa le feste e fuori è di nuovo sereno!

(Nella foto il mio primo gruppo di studenti del corso GHUM 251, un corso di cultura generale. E’ stato bellissimo poter lavorare con Eui Yeon dalla Corea del Sud, Ali dal Pakistan e Santtu dalla Finlandia).

2 pensieri su “Ladylink negli USA, primi 6 mesi

  1. 🙂

    sì, sì..che avesse usato un traduttore lo immaginavo, visto anche: codice categoria mancante…

    🙁

    sì, sì, dai formiamolo sto club degli insegnanti frustrati…

  2. Non so se questo ti consolerà o ti deprimerà, ladylink, ma mi sa che il tuo studente l’email l’ha tradotta senza troppi complimenti con Google Translate. Traducendo il testo dall’italiano in inglese viene fuori questo:
    “I am not holding well. I want them to know that I will leave today missing class because I can be sick. Please e-mail me what we did today in class. Thanks.”
    A parte alcune cose che non tornano, direi che “fa senso,” (in tutti i sensi) e che Google conosce bene il passato prossimo.

    Per quanto riguarda l’impressione di non avergli dato abbastanza, posso entrare anch’io nel club?

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