Ma che #musica, maestro!

Non mi soffermerò qui sull’importanza della musica a lezione di italiano e vi tranquillizzo: non c’è nessuna attinenza con il Festival di Sanremo, oramai alle porte.

L’intento di questo articolo è inizialmente quello di condividere delle risorse per appassionare i nostri studenti al tema “musica”, per coinvolgerli nella conoscenza, ricerca e condivisione di canzoni italiane di varie epoche e per approfondire noi stessi le conoscenze sul campo (nel mio caso quasi limitate).

Il primo suggerimento che vi do è di cliccare su Radiooooo.com (con 5 o), che raccoglie per ogni paese le canzoni suddivise per decadi. Il sito si presenta con una mappa del mondo in bianco e nero. È  in continua evoluzione: alcune decadi possono presentarsi spoglie o meno ricche, sta a noi contribuire.
Mentre vi scrivo ho cliccato sugli anni 60 ed ho ascoltato “Datemi un martello” di Rita Pavone e “L’arcidiavolo” di Armando Trovajoli. Non ho fatto in tempo ad appuntare chi abbia condiviso questi titoli, ma, scorrendo il cursore, ho notato che molti di quelli che hanno condiviso le loro canzoni italiane preferite sono stranieri. Il bello della navigazione in Radiooooo è proprio questo: viene menzionato anche chi ha condiviso la canzone -e se volete potete anche acquistarla. Insomma, c’è posto per tutti! Che aspettiamo?

Radio Garden, invece, riconosce la nostra località e ci propone le radio disponibili in zona. Attorno a me ha trovato 54 stazioni radio, comprese alcune a me ignote come Deliradio, Golden Anni 80 o Radio Crik Crok, tutte funzionanti, con un’offerta musicale variegata, che non essendo esclusivamente in italiano, offre uno spaccato sui gusti musicali italiani.
Il sito si apre con un mappamondo rotante, che si ferma mostrando la nostra località, ma anche qui abbiamo la possibilità di cliccare su qualsiasi altra città italiana o del mondo e scegliere cosa ascoltare.

La cosa davvero peculiare di Radio Garden è la presenza di sezioni come “History” “Jingles” e “Stories” in cui per ogni paese possiamo scoprire personaggi e fatti legati al mondo della radio. Per esempio cliccando su “Stories”, in Italia, conosciamo la vicenda di Tiziano Bonini, che si è impegnato negli anni in supporto della radio popolare di Milano (è possibile ascoltare il suo intervento in una conferenza internazionale sul tema della Radio del 2016).

Sempre legata alla musica, con un tentativo originale che può offrirci uno spunto a lezione, è la cartina del mondo in cui i titoli delle canzoni hanno spazzato via i toponimi. Ammetto di non conoscere le canzoni scelte per l’Italia:

(…) Roma può vantare due titoli, il primo è “When in Rome, Kill Me”, l’album del 1989 dei Cud, e la traccia “Heart of Rome”, una delle più belle di Elvis Presley. Spostandoci a sud troviamo “Spanish Eyes (moon over Naples)” dedicata alla città partenopea e, la più recente, “Vesuvius” di Sufjan Stevens. Oltre alla storica canzone tradizionale del 1907 “Marie from Sunny Italy”, troviamo infine Mark Knopfler e il suo tributo alla Sicilia, con “Lights of Taormina“.

Ciò non toglie che si possa sfruttare questa trovata per impostare un confronto sulle città italiane e quelle dei nostri studenti. Forse, proporre a lezione le canzoni che descrivono le città secondo i cantautori italiani non è un’idea originalissima [Le donne di Modena (Baccini), Giulietta (Mango), Napul’è (Daniele), Baglioni e Venditti che cantano di Roma, Milano nelle canzoni di Lucio Dalla e Vecchioni (Luci a San Siro)], per questo motivo le mappe di Dorothy ci possono offrire un punto di vista esterno.

Se, invece, la musica non aiuta la vostra concentrazione, ma preferite dei rumori più familiari, allora Noisli fa per voi, poiché raccoglie rumori di vario genere combinabili tra sé: dal fruscio delle foglie allo scorrere dell’acqua, dal treno sui binari all folla ad un caffè.

Rispetto a Noisli, Coffittivity offre gratuitamente solo tre dei rumori tipici dei bar, ma con soli 9 dollari all’anno si potranno ascoltare le atmosfere dei caffè in varie parti del mondo.

In ultimo Focus at will, a pagamento, a seconda del lavoro che stiamo facendo, l’app prova ad assecondare i nostri gusti musicali, generando una playlist che dovrebbe aiutarci a mantenere alta la concentrazione.

Stereomood, non è pervenuto, peccato perché era gratuito.

 

 

 

 

 

 

 

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