Ride bene chi ride ultimo…

Che cosa accomuna la maggior parte dei bagni degli Italiani?
La Settimana Enigmistica è la risposta giusta. Chi la usa scrivendo a matita, chi è più intrepido a penna, spesso è causa di litigi, perché pur di finire le parole crociate prolunghiamo le nostre sedute. La Settimana Enigmistica si contraddistingue da un motto “la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione” ed effettivamente, nonostante la formula sia invariata da decenni, rimane unica sul mercato.

Ogni volta che torno in Italia sfoglio gli ultimi numeri, che mia madre mette pazientemente da parte, alla ricerca di materiale per le mie lezioni. Sfogliandola, questa volta, mi sono soffermata sulle barzellette che possono offrire un interessante punto di vista su quello che fa ridere gli Italiani. Sfogliando tre numeri: 3974, 3975, 3976 sono incappata in circa una 40ina di barzellette con vignette e di almeno una decina con solo testo, inviate dai lettori. Spesso il testo consta di una sola frase detta da una dei protagonisti, meno frequente è uno scambio di battute, mentre alcune volte c’è semplicemente una frase, che fa commento e in cui risiede la vera ironia che porta al sorriso.
Le situazioni rappresentate sono ambientate nei nostri giorni: al bar o al ristorante, a casa o in ufficio, in ospedale o per strada, ma in ogni numero almeno una vignetta è ambientata in altre epoche spaziando tra i Romani, la Preistoria e gli Indiani, o in contesti abbastanza immaginari, come l’isola sperduta o il deserto. Nelle vignette è facile immedesimarsi, perché attraverso litigi o battute tra genitori e figli, tra vicini di casa, con il consulente coniugale o tra amiche un po’ con la testa fra le nuvole, ci siamo passati tutti, con lo stesso risultato: ridere, riderci sopra, passarci sopra senza dimenticare, ma almeno sopportare.
Ridere dà sfogo a delle ansie e preoccupazioni comuni, come quelle sul e per il lavoro, dove il capo è sempre arrivista ed il lavoratore sfruttato e senza speranze di miglioramenti.

Spazio trovano anche le nostre paure legate alla salute, con un medico spietato ed un paziente sempre più arreso. Il problema del peso e della linea è affrontato anche tra le queste pagine.

Le battute ci fanno ridere perché trattano ironicamente la vita a due, in cui l’uomo sul divano rappresenta un tipo di anti-eroe che ancora è in giro nelle case del Bel Paese; qui è proprio vero che l’amore non è bello se non è litigarello.

E’ sempre sulla Settimana Enigmistica che si può sorridere delle donne oche, senza offendere anche le femministe più integraliste.

Mi chiedo se anche uno straniero riuscirebbe ad apprezzare l’umorismo nostrano. E mi chiedo anche se quelli che affiorano sono luoghi comuni o vicende che sociologicamente possono tracciare un profilo della famiglia italiana che non so quanto ancora sia realistico. Cioè quanto sia ancora probabile che l’uomo si lamenti per i soldi spesi dalla moglie, che incarna la casalinga degli anni 50-60 che non lavorava.

O quanto gli uomini siano inetti in cucina e le donne inaffidabili.

Certo è che quelle che adoro sono le barzellette con l’uomo fannullone che fa pappa e ciccia, letteralmente, con il divano; ne ho collezionate 5. E’ evidente che l’uomo sul divano non ha colpito solo me perché la Settimana Enigmistica è famosa anche per dei fumetti, che riempiono una pagina verso la fine. Questi fumetti rappresentano storie brevissime, che si esauriscono in una riga composta da 3 o 4 vignette. Le più famose sono quelle di Carlo e Alice, una coppia in cui lui è un cinquantenne disoccupato, che gioca a calcio, beve e al bar conquista donne più giovani. Alice è l’unica che lavora, che attende il marito con il matterello in mano e che non smette mai di ricordargli chi è che porta lo stipendio a casa. La Famiglia Belbelli, si alterna a Carlo e Alice, i protagonisti sono Anselmo e Gilda che hanno due figli ed un cane. Si ripropone il solito stereotipo: il marito inetto e disoccupato, contento di esserlo e di cui vi regalo questa striscia esemplare.

Ultimo a saltare ai miei occhi è Renato, perdente nato, con la differenza che Renato ha un lavoro e incarna un po’ Carlo, con il suo burbero caratteraccio, ed un po’ Anselmo, con cui condivide la passione per il sofà.

Ladylink consiglia

Per gli appassionati, la versione elettronica del mensile Enigmatica, della stessa famiglia.

2 pensieri su “Ride bene chi ride ultimo…

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