La sfida: mi spaccio madrelingua.

Molti odiano la scuola: la scuola non è il mondo reale, la scuola è falsa, la scuola è qualcosa simile al carcere.  Io personalmente …

…sono d’accordissimo con chi la pensa così. La scuola non mi piace, neanche l’università.

Vi propongo un sito che può far esercitare i vostri studenti per realizzare …ta dan… il compito autentico, il compito non scolastico.

Su LIBRIVOX mettono in linea (on line per coloro che non capissero l’italiano) le registrazioni audio di libri che non sono coperti da diritti d’autore. I lettori sono volontari.

Ecco, a me che sono un claudicante B2 in tedesco, se un insegnante mi dicesse che il progetto, mezz’ora al giorno, o un’ora a settimana è quello di registrare con una pronuncia decente una poesia di Goethe, o un aforisma di Nietsche, non mi dispiacerebbe. La sfida sarebbe mandare il provino al sito e venire accettati. Che soddisfazione, spacciarsi per madrelingua!

La pronuncia ne gioverebbe e poi sarebbe un’ora risparmiata ad un’altra noiosissima analisi di grammatica induttiva (che, diciamocelo qui fra noi sul blog, non se ne può più).  Vuoi mettere Goethe con: “Adesso ragazzi ricerchiamo tutti gli accusativi nell’articolo che parla delle ultime tendenze delle discoteche berlinesi! “. Nelle discoteche berlinesi ci si cerca qualche altra cosa, al limite i dativi, di certo non gli accusativi.

E se, e se, uno di noi ardisse, prendesse l’Infinito di Leopardi, o il Passero Solitario, o Cecco Angiolieri. Per un B2, (per gli A, chi scrive non sa, chi sa scriva,  suggerisca, poesia corta e comprensibile, libera da diritti d’autore, se esiste). Gli si spiega, li si aiuta a comprendere. Si dice che lo scopo è soprattutto quello di praticar la pronuncia. Poi con Audacity si taglia e cuce. Per chi pensa alla prosa, su liber liber si trova Salgari, raccontini di tredici pagine liberi da diritti scritti in lingua liscia liscia.

Insomma ci si diverte. Spero.

3 pensieri su “La sfida: mi spaccio madrelingua.

  1. Che figata! direbbero i miei studenti… certo su LIBRIVOX è difficile che ci vadano, ma la sfida è notevole!

  2. Lo proporrei subito a una mia studentessa: B1 di tutto rispetto ma, caso unico, si è intestardita sul fatto che “la buona pronuncia conta poco”.
    Sarebbe utile una cordiale lettera di rifiuto di Librivox: “non possiamo accettare il suo contributo, causa pronuncia indecente”.

    Per gli A1/A2 ci penserò, per ora mi vengono in mente solo le fiabe tradizionali che gli studenti già conoscono: sono incomprensibili di per sé, ma i ricordi d’infanzia aiutano (le usavo come pratica di lettura ad alta voce con classi di coreani principianti … funzionò).

    Grazie per la segnalazione!

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