COBAS SCUOLA – INSEGNANTI DI ITALIANO L2

 

Cari colleghi,
dopo alcuni incontri fra me e Anna Grazia Stammati (membro dell’Esecutivo Nazionale dei COBAS) è stata definita la seguente direzione di azione per avanzare le richieste di riconoscimento e tutela professionale della categoria degli insegnanti di italiano L2.
Il passo preliminare inevitabile consiste nel disegnare un quadro preciso di tutte le lauree, specializzazioni, master, ecc. relativi all’insegnamento dell’italiano L2 che sono spuntati come funghi negli ultimi 15 anni.
Una volta fatta la lista delle principali certificazioni e corsi, bisognerà capire se ci sono indicazioni ministeriali circa la loro valutazione finalizzata all’inserimento nelle varie graduatorie. Inoltre bisognerà capire con quali criteri e principi gestionali i dirigenti scolastici, universitari e di qualsiasi istituzione pubblicaredigono i bandi per il reclutamento del personale.

Svolto questo lavoro preparatorio, si potrà cominciare a chiedere di dialogare con i vari organi della Pubblica Amministrazione e con enti privati, nelle seguenti direzioni:

a) Con il MIUR, per quanto riguarda le scuole primarie e secondarie, per verificare se c’è un modo per far riconoscere in modo ufficiale le qualifiche e l’esperienza specifiche già ottenute e maturate, al fine della chiamata per l’insegnamento. Questo andrà fatto tenendo conto che nella scuola ci sono già professionisti abilitati e con grande esperienza di insegnamento, anche se non specifica;
b) Con il MIUR, per quanto riguarda il riconoscimento di crediti formativi in specifici corsi abilitanti. Per esempio, chi vuole abilitarsi nell’insegnamento dell’inglese, francese, spagnolo, ecc. nella scuola secondaria e ha già svolto master in glottodidattica dell’italiano dovrebbe vedersi riconosciuti dei crediti formativi ed evitare di studiare cose che già conosce;
c) Con il MIUR, esplorare possibili vie amministrative al fine di valutare e riconoscere le nostre competenze specifiche per quanto riguarda i lettorati presso università straniere finanziati dal MAE;
d) Con il MIUR, il Ministero del Lavoro, le associazioni padronali delle scuole di lingua (ASILS) e con tutti i soggetti che rappresentano datori di lavoro, affinché l’incarico di insegnamento sia riconosciuto come un incarico di lavoro dipendente;
e) Con MIUR, affinché ai Centri Linguistici Universitari delle università italiane vengano inviate direttive omogeneizzanti la valutazione dei titoli di istruzione e professionali in sede di assegnazione di punteggi per le graduatorie relative ai bandi universitari (insegnamento dell’italiano a studenti Erasmus, a studenti cinesi, ecc).
f) Con le università che richiedono agli studenti dei loro corsi di svolgere un periodo di tirocinio prima di poter conseguire il titolo universitario del corso a cui si sono iscritti, affinché stilino un albo di enti fidati che assicurino loro che il tirocinante compia effettivamente un percorso di formazione sotto la guida di un supervisore qualificato e non si tratti invece, come purtroppo spesso succede, di lavoro gratuito;
g) Con le associazioni no-profit e chiunque riceve finanziamenti pubblici per lo svolgimento di istruzione dell’italiano a non nativi, perché assumano personale qualificato secondo criteri qualitativi definiti e pubblici;
h) Con il MAE, per l’applicazione di direttive comuni per quanto riguarda la disciplina in merito ai contratti di assunzione e ai criteri di selezione dei docenti nei corsi di diffusione della lingua italiana nei vari Istituti Italiani di Cultura.

Alcune note esplicative sui punti sopra riportati:
– per quanto riguarda il punto a) bisogna tenere in considerazione che la scuola pubblica italiana è in un momento di grossa crisi occupazionale. Il MIUR tende a riconvertire con grande facilità lavoratori da un comparto all’altro al fine di evitare nuove assunzioni e soprattutto nuove immissioni in ruolo. Lo spazio di manovra per noi quindi è minimo, perché rischiamo di essere scavalcati da un decreto ministeriale che verrebbe scritto con il solo scopo di riqualificare chi è già precario o in esubero limitando quindi ai soli partecipanti a tale corso la possibilità di insegnare italiano ai non nativi. A quel punto i giochi sarebbero chiusi. Ne consegue che l’unica area di movimento che sembra possibile al momento è fare accettare al Ministero che per insegnare italiano ai non nativi sia indispensabile una specializzazione e che tale specializzazione ci sia ricononosciuta in virtù di esperienze e titoli che possediamo già.
– per quanto riguarda il punto c) so che molti di voi penseranno: “Dovrebbero permettere anche a noi di partecipare alla selezione di quel lavoro, dato che possediamo esattamente la professionalità richiesta e partiremmo per un quarto dello stipendio di quello pagato ai lettori dal MAE.”. Esistono tuttavia delle difficoltà di ordine contrattuale e amministrativo. Al momento si accede a queste posizioni mediante un concorso esclusivamente ‘interno’, ossia riservato ai già in ruolo. Questo rende la questione piuttosto spinosa, perché comporterebbe l’immissione in ruolo aggirando il percorso amministrativo normale seguito da tutti gli altri insegnanti. Per tali ragioni nella è stato usato il verbo “esplorare”.

I COBAS sono un’associazione sindacale di tipo partecipativo. Il sito istituzionale è qui, mentre lo statuto dell’associazione è qui.
Come categoria rientriamo nel COBAS – SCUOLA. Esiste una quota associativa che per gli insegnanti assunti dalle scuole pubbliche consta di 10 euro al mese prelevati alla fonte in busta paga. Per noi ovviamente questo tipo di prelievo è impossibile da attuarsi. L’Esecutivo Nazionale ci comunicherà a breve indicazioni in merito. Si tratterà di un esborso comunque molto più ridotto e da versare direttamente da parte dell’iscritto (eccezion fatta per coloro che invece sono già assunti con contratto da dipendente).
Entro la prima metà di giugno faremo una prima riunione nella sede di viale Manzoni 55 a Roma, per registrare le prime adesioni e per dare tutti i chiarimenti richiesti.
Ovviamente è più che benvenuta l’adesione di chiunque non sia a Roma, ma si trova in qualsiasi altra parte del globo.
Comunicherò la data precisa della riunione appena avrò ottenuto la disponibilità di Stammati.

 

Chi vuole partecipare a questa iniziativa mi contatti pure all’indirizzo ildueblog@gmail.com  o continui a visitare regolarmente il blog nelle prossime settimane.

Come conclusione di questo post mi permetto di riportare una nota di un collega con cui ho scambiato qualche mail e che trovo molto perspicua, spero condividiate in molti questa mio giudizio:
< < al posto di andare all’ennesimo incontro sul cooperative learning e sulla didattizzazione della canzone, si dovrebbe cercare di organizzare una sorta di riunione in cui parlare delle tante questioni che sono sul tavolo, magari coinvolgendo anche il sindacato o qualche interlocutore “ufficiale”.>>.
Io trovo queste righe perfettamente riassuntive della situazione di una categoria che per quindici anni si è formata e ha lavorato in Italia e all’estero, in diversissimi contesti e a diversissimi livelli ma che s’è sempre fatta concorrenza all’interno fra i singoli individui. I risultati si vedono: precariato, paghe sempre più basse (ricordate i 10 euro l’ora dell’Accademia di Belle Arti di Roma!), emigrazione più o meno forzosa, umiliazioni e stress. Forse pragmaticamente parlando vale semplicemente la pena di cambiare metodo.

13 pensieri su “COBAS SCUOLA – INSEGNANTI DI ITALIANO L2

  1. Ci sono anche io! Seguo con interesse e da vicinissimo le questioni italiano L2/Ministero da diverso tempo, anche e soprattutto perché mi trovo pure io in questa barca (ma con una sorta di “aggravante”: lavoro in una scuola internazionale che, però, segue la norma e i contratti italiani).
    Sono disposta a collaborare attivamente in ogni maniera si ritenga opportuno.
    Grazie!

  2. Grazie Fabrizio, soprattutto per la disponibiilta’ a collaborare anche da fuori. Colgo infatti l’occasione del messaggio di Fabrizio per mettere ricordare che chi vorra’ collaborare al lavoro necessario sara’ ovviamente piu’ che benvenuto.

  3. Mi sembra che sia un bel primo passo. Io non sarò in Italia a giugno ma vi seguirò e se posso fare qualcosa da Madrid, sono a disposizione. Un saluto

  4. Benissimo!
    Incontriamoci a Roma. E’ un passo fondamentale da fare.

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