Messico: la polizia spara sugli insegnanti

Questa la cronologia dei fatti fino alla sanguinosa repressione di ieri in cui hanno perso la vita due insegnanti:

Oaxaca, capitale dell’omonimo stato, Messico

22 maggio – 70.000 maestri entrano in sciopero per chiedere aumenti salariali.
14 giugno – il governo di Ulise Ruiz ordina una violenta repressione. Ci sono 92 feriti.
23 giugno – nasce la Appo (Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca), composta da 350 organizzazioni sociali che solidarizzano con il movimento dei maestri e chiedono la dimissione di Ulises Ruiz. La Appo in appoggio agli insegnanti barrica la città.
27 ottobre – il presidente uscente, Vicente Fox decide di inviare reparti della polizia federale in appoggio alla polizia locale: 3.800 agenti, appoggiati logisticamente da 5.000 uomini dell’esercito, che rimuovono, con l’appoggio di mezzi blindati ed elicotteri, le barricate. Duranti gli attacchi vengono uccisi un cameraman di Indymedia New York, Bradley Roland Will, il professor Emilio Alonso Fabiàn, e Esteba Ruiz, militante della APPO. Più di 23 i feriti. Dall’inizio dei disordini sono almeno 13 le persone, per lo piu’ maestri elementari, morte per mano di cecchini paramilitari.
28 ottobre – il subcomandante zapatista Marcos invia un messaggio di solidarieta’ ai manifestanti di Oaxaca: “Le strade sono bloccate dalla polizia – ha detto il leader dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) parlando a Chihuahua, nel Messico settentrionale – nell’aria non volano uccelli ma aerei dell’esercito. Il popolo e’ circondato e sente di essere solo, ma noi diciamo che non e’ solo, che lo appoggiamo”. Anche il leader del Partito della rivoluzione democratica (Prd) ed ex candidato sconfitto di misura alle recenti elezioni presidenziali. Andres Manuel Lopez Obrador, si schiera con i manifestanti della Appo sostenendo “inaccettabile e indegno” che il governo del presidente Fox continui a sostenere il governatore Ruiz, bollato di “antipopolare, sinistro e repressore”.

Il due blog esprime piena solidarietà ai colleghi insegnanti di Oaxaca.

2 pensieri su “Messico: la polizia spara sugli insegnanti

  1. Cari colleghi,
    vi seguo da qualche tempo ma solo ora mi decido a scrivere! O forse sarebbe meglio dire: solo ora trovo il tempo di scrivere. Comincio presentandomi: sono messicana, quasi 27ettenne (i 26 se ne vanno il 14 di questo mese, ahimè!), insegnante di italiano da due anni e mezzo. Sul mio percorso didattico e professionale, che quest’anno mi ha portato anche a iscrivermi al Master Itals, che sto frequentando con enorme piacere, parlerò magari in altri messaggi.
    Desidero, adesso, farvi i complimenti e soprattutto ringraziare il due blog per aver postato delle notizie sulla drammatica situazione di Oaxaca. Non è molto comune leggere articoli e notizie in italiano che riguardino il Messico, e la cosa mi sembra importante se consideriamo che noi, come insegnanti, abbiamo anche il compito (se non il dovere) di essere informati, attenti a quello che ci circonda, perché la nostra responsabilità da formatori non è da poco.
    Ebbene sí… la situazione in Oaxaca è complicata; i morti ci sono ogni giorno e le cose vanno man mano peggiorando grazie alla mancanza di sensibilità e volontà politica di chi potrebbe risolverle.
    Spero di poter mantenere il contatto con voi a partire da oggi, e di intercambiare esperienze, opinioni e chiacchiere varie.
    Un caro saluto dal Veracruz,
    Adriana Vicario Chávez

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