Prima lezione di grammatica

Qual è l’oggetto della grammatica? Come avviene per altre parole cariche di tradizione e tradizionalmente legate all’esperienza scolastica, anche il termine grammatica evoca cose molto diverse tra loro. (p. 1)

La Prima lezione di grammatica di Luca Serianni, già autore della imponente Grammatica Italiana della Utet, è un agile libretto, gustoso e nello stesso tempo rigoroso, che regala al lettore alcune riflessioni efficaci e a volte illuminanti.

Lungi dall’apparire un pedante grammatico dotato di penna rossa e blu, Serianni si mostra al contrario come un osservatore della lingua, come uno studioso dotato di strumenti adatti ad analizzare l’oggetto di studio (proprio come l’entomologo studia gli insetti). E i presupposti tengono ben conto di questa “distanza”:

Tra i due poli “giusto” / “sbagliato” si situa una zona grigia, in cui il parlante nativo può avere dubbi e incertezze, dipendenti da vari fattori: la sua cultura e il conseguente grado di sicurezza che ne scaturisce; la sensibilità per fatti di lingua e l’aspirazione al prestigio sociolinguistico; il contesto in cui agisce (le preoccupazioni normative saranno minime nell’ambiente familiare o nei “gruppi di pari”, massime in condizioni formali, per esempio interagendo con un esaminatore o con un superiore gerarchico).

Questa tripartizione vale in genere per tutte le lingue di cultura, ma le proposizioni tra le tre fasce (agrammaticalità; possibilità di più esecuzioni equipollienti; casi d’incertezza) può variare in misura considerevole. Nel caso dell’italiano, quella che ho chiamato “zona grigia” è alquanto più estesa rispetto alle altri grandi lingue europee (…). (p. 42-43)

Se questa “zona grigia” è il vero oggetto del libro, il suo obiettivo sembra essere quello di invitare scrittori e parlanti ad una maggiore consapevolezza. Per farlo non esita a mostrare l’inefficacia o l’inadeguatezza di esempi estratti da fonti anche autorevoli, creando a volte nel lettore sentimenti di ilarità ma anche di tenerezza: non è raro infatti ritrovare imprecisioni o dubbi che ci appartengono o, quantomento, ci sono appartenuti.

Come quando, nel capitolo dedicato alla coerenza di uno scritto, riporta alcune espressioni gustose ma, a causa della sbilenca sintassi, ambigue: “Arriva il latte per neonati a basso costo”, “Una fascia di rispetto riservata ai pedoni di un metro e mezzo”. (p. 79)
Quanto ai puristi, sono avvertiti fin dall’inizio, quando Serianni fa sua una citazione di Giovanni Gentile (colui che attuò nel 1923 la riforma scolastica che è ancora alla base del nostro sistema scolastico):

La buona grammatica è quella che via via demolisce sé stessa, e sospinge lo spirito dall’astratta tipologia dei suoi schemi verso il vivo della lingua e la concreta realtà dello stesso spirito. (p. 31)

Qui una recensione più approfondita del libro.

2 pensieri su “Prima lezione di grammatica

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