La “Chorisia speciosa” è un albero molto particolare. A quanto pare in Italia è presente solo a Palermo. Come recita il sito internet dell’orto botanico di Palermo, “è penetrata a Palermo alla fine del secolo scorso; intorno al 1930 si cominciò a diffonderla per la produzione di crine vegetale e successivamente per scopi decorativi”. La provenienza è ascritta ad un vago “Sud America”.
La Chorisia è presente in Brasile (dove, da quello che ho potuto vedere, sono presenti TUTTE le piante del pianeta ma in dimensioni almeno raddoppiate) e, soprattutto, in Argentina. Conosciuta anche come “albero damigiana”, la Chorisia porta in Argentina il suggestivo nome di “Palo Borracho”. Rosario, Buenos Aires, Cordoba, le città che ho visitato nel mio ultimo viaggio, sono piene di questi affascinanti alberi dal curiosissimo fusto panciuto, dalla corteccia spinosa e dai fiori meravigliosi. A febbraio l’argentina è un’esplosione di questi fiori simili a orchidee e dai più incredibili colori.
Ecco, oltre al calore degli insegnanti che ho conosciuto, oltre ai tanghi che avrei voluto ballare e a quelli che sono riuscito a ballare, quello che mi ha colpito nelle ultime due settimane di febbraio sono stati i colori di quei fiori e la bellezza di quei fusti.
E poi il colore dell’acqua del fiume Paranà, la cui “altra sponda” è vicina all’orizzonte, la polvere delle sedie accatastate nella milonga El Beso di Buenos Aires, e sempre nella capitale il rumore del mercato della domenica a San Telmo (…fino al momento di entrarci pensavo fosse Sant’Elmo), la puzza di smog di Callao, i colori della Boca. E le strade della bellissima Cordoba, veramente “Nuova Andalusia”.
Queste cose non potranno mai stare in un libro di lingua, di cultura, non potranno mai essere insegnate, mai spiegate e forse dovrebbero essere solo provate e pensate e mai dette. Ci vorrebbe, forse, una poesia, se solo fossi abbastanza bravo da saperla scrivere.
CIAO MI CHIAMO CRISTINA SONO NATA IN ARGENTINA DOVE QUESTA MAGNIFICA PIANTA E DI CASA ,NEL ANNO 2000 HO PORTATO DA BUENOS AIRES ALQUNI SEMI LI HO COLTIVATO IN VASO E IN POCO TEMPO LI HO VISTO CRESCERE ,PURTROPPO DIMENTICANIOLO FUORI AL FREDDO ,DA ALLORA SONO UN CERCA DI TROVARE QUALCHE SEME O QUALCUNO CHE ME LI POSSA PROCURARE ,SE MI POTETE AIUTARE ?? GRAZIE E A PRESTO
Anche a Positano ne esiste un esemplare alto circa 10 metri.
Lo vedo sempre nel periodo fine maggio ed e’ sempre ornato
di splendidi batuffoli bianchi.
Un saluto carlo
In quel di Chiavari (riviera Ligure di levante) ne esiste un albero colossale superstite di un antico parco e che regolarmente ogni anno regala una splendida fioritura. Attualmente l’albero si trova nell’ambito di una stazione di servizio carburanti. In pratica questa meravigliosa pianta è più diffusa ed ubiquitaria di quanto si creda.
la Chorisia è presente anche nel Salento, borracha e fiorita, nella zona di Torre San Giovanni (Marina di Ugento)
Vivo ad Ischia da 2 anni ed ho trovato nel giardino della casa in cui abito un piccolo albero di Chorisia che in 2 anni è diventato alto 4-5 metri,ma non è mai fiorito. Qui ad Ischia ci sono diversi alberi di Chorisia ,2 dei quali bellissimi e fioriti nei Giardini “La Mortella” ,quindi penso che anche il clima mediamente caldo del sud sia adatto a questa pianta. Ciao a tutti
In visita al Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa, sono stata sorpresa di trovare una grandissima quantità di questi alberi fioriti nel parco che lo circonda. Fiori stupendi e di tanti colori: dal bianco al giallo al rosa.
ciao
Non ho mai ringraziato Emilio per la poesia che ha postato! Lo faccio ora con gesto, spero, riparatore.
Grazie!
L’ anno scorso questa pianta l’ho vista in un Parco Pubblico di Palma di Maiorca e ne sono stato affascinato!
Un cordiale saluto a tutti dall’ Italia.
Sono l’Ignazio di Siliqua(sardegna) ho letto proprio ora che e’ stata segnalata un’altra pianta anche nella mia vicinissima Cagliari.A breve la mia pianta portera’ fuori le foglie e ti assicuro che ti mandero’ una foto che magari potra’ utilizzare anche il mio corregionale Mauro. Ciao e a presto!!!
Certo Pofido…scusa …deformazione professionale 😉
Stavo facendo una ricerca su questa pianta e mi sono imbattuto nel tuo blog. E’ stata una cusualità.
a presto
Mauro
Bene, ammetto la verità allora: a Rosario mi è stato detto che il Palo Borracho era presente anche a Palermo, dicendo con questo che l’albero era “possibile” anche in Italia.
Ma, insomma, questo non è un blog naturalistico… permetteteci queste imprecisioni, dettate più dal cuore che altro.
In ogni caso, grazie…
Ciao
Mi chiamo Mauro e scrivo da Cagliari. Per lavoro sto facendo una classificazione delle piante presenti in un parco cittadino della mia città.
In questi giorni mi sono imbattuto anche in un paio di alberi di Chorisa…a conferma del fatto che questo strano albero non è presente solo a Palermo.
Fantastico!!! Grande Ignazio!
Mandami se vuoi una foto che la metto qui sul blog!
Ti posso assicurare che la chorisia esiste anche in Sardegna.Sono riuscito a procurarla casualmente lavorando presso un vivaio della forestale.Dopo appena un anno e’gia’alta circa 160 cm.. Aspetto quest’anno per la fioritura ma gia’ cosi’ e’ stupenda!(certo non come quelle che avrai visto nel tuo viaggio).
grazie! hai soddisfatto il mio ego rosarino (lo riconosco!!)
mmmh… Carolina… Rosario è stata la più grande e bella sorpresa del mio viaggio in Argentina. Buenos Aires bene o male è abbastanza conosciuta, Cordoba è storicamente importante e architettonicamente davvero sorprendente.
Ma Rosario… una città come Rosario uno non la dimentica…
bellissimo e di alto impatto per chi non conosce queste bellissime città argentine ma, porfido, potevi anche essere stato più dimostrativo verso la più bella delle tre città citate: Rosario!
La poesia l’ha scritta Neruda
VEGETACIONES
A LAS tierras sin nombres y sin números
bajaba el viento desde otros dominios,
traía la lluvia hilos celestes,
y el dios de los altares impregnados
devolvía las flores y las vidas.
En la fertilidad crecía el tiempo.
El jacarandá elevaba espuma
hecha de resplandores transmarinos,
la araucaria de lanzas erizadas
era la magnitud contra la nieve,
el primordial árbol caoba
desde su copa destilaba sangre,
y al Sur de los alerces,
el árbol trueno, el árbol rojo,
el árbol de la espina, el árbol madre,
el ceibo bermellón, el árbol caucho,
eran volumen terrenal, sonido,
eran territoriales existencias.
Un nuevo aroma propagado
llenaba, por los intersticios
de la tierra, las respiraciones
convertidas en humo y fragancia:
el tabaco silvestre alzaba
su rosal de aire imaginario.
Como una lanza terminada en fuego
apareció el maíz, y su estatura
se desgranó y nació de nuevo,
diseminó su harina, tuvo
muertos bajo sus raíces,
y luego, en su cuna, miró
crecer los dioses vegetales.
Arruga y extensión, diseminaba
la semilla del viento
sobre las plumas de la cordillera,
espesa luz de germen y pezones,
aurora ciega amamantada
por los ungüentos terrenales
de la implacable latitud lluviosa,
de las cerradas noches manantiales,
de las cisternas matutinas.
Y aun en las llanuras
como láminas del planeta ,
bajo un fresco pueblo de estrellas,
rey de la hierba, el ombú detenía
el aire libre, el vuelo rumoroso
y montaba la pampa sujetándola
con su ramal de riendas y raíces.
América arboleda,
zarza salvaje entre los mares,
de polo a polo balanceabas,
tesoro verde, tu espesura.
Germinaba la noche
en ciudades de cáscaras sagradas,
en sonoras maderas,
extensas hojas que cubrían
la piedra germinal, los nacimientos.
Útero verde, americana
sabana seminal, bodega espesa,
una rama nació como una isla,
una hoja fue forma de la espada,
una flor fue relámpago y medusa,
un racimo redondeó su resumen,
una raíz descendió a las tinieblas.
you made my day!!
🙂