EuRom5

eurom5

Se hai avuto il papà dipendente del Ministero degli Affari Esteri che viaggiava per lavoro portandosi dietro mamma e te, se hai avuto genitori bilingui che in casa parlavano una lingua diversa da quella parlata da noi, se hai avuto la tata straniera o i tuoi t’hanno pagato sin da piccolo i corsi di lingua all’estero, lascia perdere questo post, tanto non capiresti.

Se invece ti ricordi bene dei dolori, delle arrabbiature, del nervosismo e infine della rinuncia a decifrare che diavolo mai significasse “Come fare tu fare?” oppure “Lattina tu sciare?” questo post potrebbe interessarti.

 

Imparare una lingua è qualcosa programmato nei geni degli esseri umani; anche camminare in posizione eretta è qualcosa scritto nei geni degli esseri umani: a meno che non ci siano problemi gravi prima o poi un bambino parla e si alza in piedi. Ma appunto, si alza su due piedi, non comincia a ballare il tip-tap. Per questo per un apprendente italiano sarebbe più naturale imparare prima il francese e poi l’inglese, soprattutto se ha superato l’età puberale, quando tutto diventa più difficile.

Si eviterebbero le rinunce, i cui nefasti strascichi si trascinano per decenni prima di essere rappezzati con tanti soldi, tempo e fatica; se mai. Nei fatti si rinuncia moltissimo per il tedio e per il senso di ridicolo iniziali che precedono il momento in cui ci si comincia a divertire. Con una lingua romanza invece ci si diverte da subito, perché si comunica, sbagliando, ma almeno con scioltezza, senza sembrare galline sciancate per i primi tre anni. Poi con le parole romanze si gioca senza troppa reverenza, la musica suona familiare e ospitale. Non sono preparato teoricamente, ma il buon senso e l’esperienza personale mi dicono che se si studiasse l’inglese dopo aver appreso una lingua romanza esso riuscirebbe più facile.

Lo sfruttamento della similitudine fra le lingue è il fulcro attorno a cui ruota il manuale EuRom5. Gli ho dato un’occhiata alla libreria della Stazione Termini aspettando il treno.

Gli autori si sono ispirati all’idea dell’intercomprensione e hanno ideato un manuale didattico in cinque lingue romanze (portoghese, spagnolo, catalano, francese, italiano). Si tratta di 20 testi giornalistici autentici, simili per argomenti e lunghezze, scritti nelle cinque diverse lingue e didattizzati in modo di guidare il lettore a capire quasi tutto da subito. Il supporto alla comprensione è frutto di sperimentazioni fatte in classe e riguarda la grafica (testi ben spaziati e organizzati per paragrafi nettamente separati), il lessico (espressioni e termini tradotti), e la grammatica (specchietti di grammatica). C’è anche una possibilità di ascoltare la lettura dell’articolo da parte di un madrelingua.

Non è un corso di lingua vero e proprio perché mira soprattutto a sviluppare la capacità di lettura, tuttavia a me sembra molto interessante soprattutto per avvicinare allo studio di una lingua non nativa i molti che ancora oggi pagano le conseguenze della Lesson One in prima media.

Se non avete tempo per andare alla Stazione Termini per esplorare un po’ meglio questo tipo libro potete andare qui, al sito informativo.

4 pensieri su “EuRom5

  1. Sì sì abilità ricettive… quel poco che ho provato sull’ipad (che di solito ha meno funzionalità rispetto a un laptop) è stato molto accattivante. Il proposito di sfruttare Eurom 5 rimane! Questione di tempo, sigh!

  2. L’EuRom 4 esiste(va) anche in versione CD-Rom (per Win): io in Germania l’ho avuto dalla Fernuniversität Hagen. Forse arriverà anche il 5?
    @Profido: abilità ricettive e tanta grammatica contrastiva.

  3. Sì è molto interessante. Ora spero di non fare una figuraccia ma se ricordo bene dai miei studi, si lavora quasi esclusivamente sulle abilità ricettive, nell’idea che se siamo in grado di capire un’altra lingua non ci sarà bisogno di parlarla (cosa notoriamente più difficile).

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