Per indicare il futuro nel passato, in italiano antico si utilizzava la costruzione con il condizionale presente (sapevo che verresti). Con il passare dei secoli (complice anche l’azione del purismo) il condizionale presente è stato soppiantato da quello passato. Le ragioni di questo fenomeno non sono mai state spiegate esaurientemente, ma sta di fatto che si tratta di una particolarità italiana che non trova corrispondenti nelle altre lingue romanze, che usano invece il condizionale presente.
Così ci dice Pier Marco Bertinetto in questo “libretto” di 552 pagine tutto dedicato ai tempi verbali dell’indicativo (ed, evidentemente, non solo).
Sembra un libro molto interessante. In effetti il condizionale composto come futuro nel passato, proprio per la sua unicita’, sembra essere uno degli argomenti piu’ difficili da digerire persino per gli studenti francofoni, forse i piu’ vicini a noi in fatto di verbi. Peccato solo che il noto linguista non sia in grado di spiegare il perche’ di questo fenomeno tutto italiano, ma sicuramente ne spieghera’ molti altri, quindi vale la pena comprarlo. Grazie per aver condiviso! (Mi scuso per l’utilizzo selvaggio dell’apostrofo in luogo dell’accento, ma uso una tastiera che manca di accento).