1° marzo: la giornata senza immigrati


Segnalazione di Tindara Ignazzitto, del blog STRAN(ier)OMAVERO:

Popolo è un termine che va molto di moda di questi tempi. Cedendo alla tentazione di giocare con le parole, verrebbe da dire che “spopola”.
In un’Italia che stenta a ricordarsi chi è, esiste un popolo che da un lato ha saputo e sa preservare la parte migliore della sua cultura e del suo più illustre passato; dall’altro è stato ed è in grado di andare al passo coi tempi, intercettando ciò che di nuovo è emerso ed emerge al suo interno, inglobandolo in sé e valorizzandolo, perché lo considera patrimonio indispensabile per la sua sopravvivenza.

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Sciopero generale

Oggi ci sarà lo sciopero generale contro la finanziaria.

Per domani è stato convocato uno sciopero generale che coinvolgerà trasversalmente i diversi settori del lavoro. La protesta sindacale è stata motivata dagli innumerevoli e pesanti tagli previsti dalla legge finanziaria stilata dal ministro Tremonti. Tutti i comparti si fermeranno per quattro ore, in qualche caso estese a otto. Manifestazioni e cortei sono previsti in tutte le principali città italiane (Rai News 24).

Ho parlato con alcuni colleghi insegnanti che lavorano in alcune scuole private di Roma e nessuno aderirà allo sciopero, nessuno andrà alla manifestazione, nessuno sarà parte attiva della protesta nonostante molti desidererebbero far parte di coloro che esprimeranno il proprio dissenso.

I motivi sono molti, e in molti li conosciamo:
– l’atipicità contrattuale alla quale sono costretti gli insegnanti del settore privato è un ricatto continuo e una illegalità lampante essendo i vari contratti di collaborazione (quelli maggiormente adottati a tutt’oggi nelle loro varie forme e restiling) assolutamente inattuabili in una situazione di subordinazione (basti pensare agli orari fissi a cui deve attenersi un insegnante);
– la “tipicità ricattatoria” dei contratti a tempo determinato che si protraggono negli anni senza ormai alcun freno imposto alle aziende (leggi scuole);
– l’isolamento, la solitudine e la frustrazione di quei pochi con contratto a tempo indeterminato che non possono far altro che sentirsi dei privilegiati. Lo sono, per carità, ma quanto è dura doverci continuamente fare i conti con questo “privilegio”?

I colleghi della scuola pubblica che si occupano di italiano a stranieri, quelli dei CTP e delle altre strutture sciopereranno, se vorranno.

Il due Blog è con loro idealmente. Chissà se sanno quante persone ci sono che fanno il tifo per loro e vorrebbero domani urlare il loro dissenso per ingigantire il volume delle voci ma… semplicemente non possono…

In tutto ciò mi rende triste soprattutto l’appello della CGIL all’adesione allo sciopero fatto alle scuole non statali. Forse che non sanno che lì, nella maggior parte dei casi, uno sciopero non si può fare?