Vygotskij alla finestra

Ieri sera un caro amico mi ha raccontato che la maestra di suo figlio, in quinta elementare, gli ha detto “Ho dovuto spostare di banco Marco e metterlo da solo perché ha la brutta abitudine di copiare. Quando la cosa che sta facendo gli sembra troppo difficile non riesce proprio a non cercare aiuto da qualcun altro”.

Il mio amico è tornato a casa e ha fatto una ramanzina a Marco che ha giurato di non sbirciare più quello che fanno i suoi compagni.

Mentre il mio amico parlava pensavo al fatto che forse era la maestra ad aver bisogno di una ramanzina, e così gli ho raccontato un po’ di un signore, anzi, di un ragazzo russo, Lev S. Vygotskij, nato in Bielorussia nel 1896 e morto dopo appena 38 anni a Mosca.

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La cultura in classe

Prendendo spunto (e parti di testo) dall’interessantissimo saggio di Paola Celentin e Graziano Serragiotto dal titolo Didattica Dell’italiano In Prospettiva Interculturale, ecco alcune riflessioni su come trattare la cultura nella classe di lingua.

Secondo la prospettiva pragmatico-culturale di Jerome Bruner (La cultura dell’educazione, 1997), apprendere una lingua significa anche apprendere i modelli culturali collegati alla lingua in oggetto. Ognuno di noi infatti, per interagire efficacemente ed essere parte integrante di un sistema sociale, deve possedere non solo una buona padronanza linguistica ma anche una buona competenza socio-culturale della cultura di appartenenza. Secondo Bruner la cultura si interiorizza nella mente dell’uomo sotto forma di regole mentali che svolgono un ruolo di guida nell’interazione uomo-ambiente. Queste regole mentali sono a loro volta condivise e seguite dai membri di una determinata società. La comunicazione dunque può avvenire perché fra i membri di una stessa comunità esistono aspettative linguistico-culturali reciproche (nel senso che ogni membro della comunità si aspetta delle precise risposte all’interno di un determinato contesto sociale).

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Jerome S. Bruner

Jerome Seymour Bruner (New York, 1° ottobre 1915) è uno dei più conosciuti e influenti psicologi americani del ventesimo secolo. E’ stato una delle figure chiave nella cosiddetta “rivoluzione cognitiva”, inaugurata formalmente nel 1956 con il libro, scritto in collaborazione con Goodnow e Austin, A study of thinking (trad. it. Il pensiero: strategie e categorie, Armando, Roma, 1969).

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Citazioni: Bruner e la conoscenza

Lascio ai lettori interrogarsi su come e se queste righe di Jerome Bruner riguardino anche noi insegnanti di italiano per stranieri.

Dove si trova la conoscenza? I bambini di solito cominciano con il dare per scontato che l’insegnante possieda la conoscenza e la trasmetta alla classe. Se si creano le condizioni opportune, imparano presto che anche altri componenti della classe potrebbero possedere delle conoscenze, e che queste conoscenze possono essere condivise. (Naturalmente lo sanno fin dall’inizio, ma solo riguardo ad argomenti spiccioli.) In questa seconda fase, la conoscenza esiste nel gruppo – ma in modo inerte. E’ possibile allora vedere la discussione di gruppo come un modo di creare conoscenza invece che semplicemente come un modo per scoprire chi possiede quali conoscenze?

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