Spendibilità di una laurea in lingue del 2001, VO

Questo post (un pippone megagalattico) nasce con l’intento di intuire la fine che faremo noi vecchie guardie del VO, lauree quadriennali alle prese con il rompicapo del calcolo dei cfu (cmq orientativamente i nostri corsi annuali ne valgono 12). Le notizie contenute in questo post sono attendibili, un po’ meno i ragionamenti e le relative conclusioni che ne sono stati tratti, per ovvi limiti della mia conoscenza e fantasia. Diciamo che il livello di attendibilità di questo articolo rischia di essere pari a tutto quello che sta circolando sulla #CDCA23. Consideratelo come degli appunti presi al pc, perché quando ti serve, una penna che scrive non la trovi mai. 🙂

Introduzione

Mi presento. Laurea VO del 7/2001, Lingua e Letteratura Portoghese (tedesco triennale), Università La Sapienza di Roma. Continua a leggere

La CDC in Italiano L2/LS è ufficialmente richiesta da Riconoscimento

Oggi in mattinata è stata recapitata ai Senatori della Repubblica Italiana e alla Ministra Giannini la lettera con cui Riconoscimento per la Professionalità degli Insegnanti di Italiano L2/LS chiede che venga accolta la proposta di creazione della classe di concorso in Italiano L2/LS, come previsto dal DDL S. 1644, non rientrato nel DDL S. 1934 “La Buona Scuola”, in via di approvazione al Senato.

Ci sono ancora margini di trattativa e per questo motivo speriamo che questa lettera possa dare i suoi frutti.

 

COBAS

 

Martedì scorso sono andato a parlare con Anna Grazia Stammati, dell’esecutivo nazionale COBAS SCUOLA.

Le ho presentato la nostra situazione e ho richiesto suggerimenti su cosa fare per vedere riconosciuta dalla PA la nostra professionalità specifica. Continua a leggere

Adesso sì!

Godetevi il servizio sul convegno Asils 2011. Per facilità vi riporto qui le illuminanti parole del delegato del MIUR sui docenti e la loro formazione. Perché, ragazzi, basta insegnare senza formazione!

Ora ci sarà il Ministero!

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Insegnare l’italiano a stranieri (2)

Riapro il blog con una nota secca. Un post che voglio il più conciso e spoglio possibile.

Fra le parole di ricerca con cui più di frequente i nostri lettori arrivano al blog c’è “come faccio ad insegnare italiano agli stranieri” e le sue molte varianti.

Ebbene, sia detto forte e chiaro: il lavoro non c’è e quello che c’è è malpagato (anche 8 euro l’ora) e ineluttabilmente precario.

Molte istituzioni (università, scuole più o meno serie, ecc.) in questi ultimi dieci anni hanno venduto corsi, master, specializzazioni di vario tipo. Se avessero correlato la loro offerta alla effettiva richiesta di insegnanti in Italia e all’estero, molti di questi percorsi di formazione non sarebbero nati neanche in idea. Il risultato è che oggi per concorrere a posti da 10 euro l’ora o poco più ci sono persone con specializzazioni, articoli pubblicati, dottorati. Non scherzo e non esagero, le conosco personalmente.

Anche l’emigrazione, da molti vista come il bengodi (senza contare i sacrifici che invece sempre comporta) non può essere realisticamente considerata per trovare un lavoro adeguato e stabile. Solo pochissimi, preparatissimi, con ferrea grinta sono riusciti ad avere contratti e visti permanenti in paesi stranieri, spesso oltre i quaranta anni e in posti disagiati dove i locali non vogliono andare. Inoltre, quasi sempre ormai le università straniere richiedono un dottorato in una materia ‘forte’ (linguistica, storia del teatro, storia del cinema italiano, storia della letteratura, ecc.) e la comprovata capacità di fare ricerca in quell’ambito. Ciò vuol dire che anche fuori confine l’insegnamento linguistico viene considerato come una materia ‘accessoria’.

In Italia non esiste una classe di concorso per l’insegnamento di italiano agli stranieri nel settore pubblico. E comunque quando e se esisterà sarà probabilmente saturata immediatamente dai precari della scuola ordinaria spalleggiati dai sindacati confederali.

Spero il messaggio sia chiaro per tutti coloro che sono arrivati al nostro blog mettendo in Google “come faccio ad insegnare italiano agli stranieri”.

La Ssis ITA L2 arriva in Parlamento

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Aggiorniamo sulla situazione della SSIS italiano L2, le cui vicende sono ormai note ai lettori del blog.
Come si legge su tuttoscuola.com, è stata presentata da alcuni deputati un’interrogazione  al ministro dell’Istruzione “per chiedere che si proceda urgentemente al reclutamento degli insegnanti per i corsi di didattica della lingua cinese, araba e dell’italiano L2”. 

Qui l’articolo completo.

SSIS Ita L2: una storia all’italiana

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Ce ne siamo già occupati. Diciamo spesso così. E siamo sempre o comunque spesso costretti a occuparcene ancora. Quando si parla della situazione lavorativa intorno all’insegnamento dell’italiano a stranieri, soprattutto in Italia. è così.
Era ben due anni fa che la nostra Kappa scriveva dell’istituzione della prima SSIS in italiano L2, da parte dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Tanti dubbi, paure, qualche piccola speranza… mai ci saremmo aspettati che si arrivasse a tanto.

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SSIS o non SSIS

SSIS O NON SSIS e’ questo (ancora) il problema.

Mentre aspettiamo trepidanti il resoconto del convegno Dilit, possiamo intanto intrattenerci con questo articolo preso dal corriere.it che ci aggiorna sui risultati della SSIS. A quanto pare la SSIS nonostante i sacrifici che comporta e nonostante sia l’unico modo per ottenere l’abilitazione all’insegnamento, non riesce a garantire un posto di lavoro per tutti gli insegnanti abilitati.

Con un approfondimento…

anzi due!

Ad maiora, semper!

Meglio barcamenarsi, che menarsi in barca…

Più di una volta il blog è stato teatro di accorate mail di denuncia circa il marcio che sminuisce la nostra bella professione…

Vi vorrei riproporre quella di Silpri, che lascia con la bocca aperta. Silpri denuncia una situazione particolare, un labirinto, dal quale ci auguriamo sia uscita incolume, che ci testimonia quanto esperienza e formazione nel nostro campo valgano meno, scandalosamente meno, di un esame di Italiano nel piano di studi universitario. A questo proposito ricordo che l’ultimo post di Kappa, recentissimo, accenna allo stesso problema.

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Eppur si muove – primo aggiornamento

Mi scuso per non aver tenuto quel diario che avevo promesso in caso di superamento esame SSIS, ma provvedo subito ad aggiornarvi dal primo giorno (quello della selezione) ad oggi (metà primo semestre).

Premetto che molto di quello che dico sarà influenzato dalle mie esperienze lavorative, dallo stress e dal nervosismo che le nuove notizie sull’italiano L2 (vedi accordo con sindacato) non fanno altro che aumentare.

Dunque la SSIS IX Ciclo, questa macchina universitaria per ingurgitare le nostre poche finanze, è partita nonostante le direttive del Governo che invitavano le università a non far partire un nuovo ciclo, visto che sarebbero tornati i buoni vecchi concorsi. Dunque, niente inserimento in graduatoria per chi avrebbe finito quest’ultimo biennio: meglio forse chiamarlo “Corso di formazione”, “Master in didattica” o “Preparazione all’insegnamento”: fate un po’ voi.

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