La bufera dell’IIC di Bruxelles

Quello che sta succedendo all’Istituto di Cultura di Bruxelles sembra essere una cartina al tornasole della situazione dell’Italia. Una cartolina che ci espone al pubblico ludibrio internazionale per almeno due motivi: la gestione della cultura di questo Paese nel mondo da parte del Mae e la mancanza di chiarezza e trasparenza tutta italiota che accompagna la vicenda, con accuse incrociate, denunce e omertà.

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Car@ amic@ vicin@ e lontan@

Carlo, ma perché devo dire che io e Marcus “siamo andati, con la lettera i? La lettera i è maschile, e io non sono un maschio! Perché la vostra lingua deve essere macha. Anche tu, quando parli qui in classe, usi sempre il maschile, ma qui siamo otto femmine e un solo maschio, sempre il povero Marcus!

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In nome del plurilinguismo


L’Accademia della Crusca e le principali associazioni di linguistica hanno stilato un documento a favore del plurilinguismo, importante fattore di crescita intellettuale e sociale.
I firmatari, (il primo è Tullio De Mauro) chiedono politiche adeguate, strumenti strutturali per insegnanti e formatori per combattere pregiudizi.

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La scuola pubblica secondo P. Calamandrei

Oriele Orlando ci invita a riscoprire la figura di Piero Calamandrei, intellettuale a tutto tondo della prima parte del secolo scorso e padre costituente della nostra Repubblica.

Ringraziamo Oriele per farci tornare alle origini, al perché alcune cose sono come sono e alle ragioni per le quali cambiarle è un grave errore.

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Frantz Fanon

Il Politecnico di Milano farà tutti i corsi in inglese. Io esprimo una valutazione del tutto negativa sul provvedimento. Le mie motivazioni risiedono specificatamente negli effetti psicologici che si annidano in questa scelta: l’alta cultura ingegneristica, architettonica e della progettazione industriale verrà identificata con la lingua straniera. Si instilla nei giovani attraverso un meccanismo subliminale potentissimo (la lingua) la convinzione che certi concetti possano essere espressi solo in un’altra lingua. Vorremmo creare una rassegna stampa sull’argomento che introduce argomenti pro e argomenti contro tale decisione. Vi chiediamo di collaborare a alla composizione di tale rassegna stampa postando dei collegamenti ad articoli che vi sembrino interessanti in merito. Comincio io con il primo.

(QUI)

Ovviamente, oltre agli articoli che vorrete segnalare la vostra opinione personale è la benvenuta.

Lavoro Antilavoro

Lavoro e antilavoro. Sogno dell’insegnante errante

lettura scenica

Faccia a faccia con il lavoro, nei suoi aspetti sociali (il precariato come dato immanente) e personali. la vita in classe, il rapporto con l’istituzione e il tentativo di un rovesciamento. Istantanee del posto di lavoro con le proprie e altrui idiosincrasie. Una prospettiva critica sulla coppia insegnare-imparare.

Testi e voce: Annarita Zacchi
Musica. immagini, voci registrate: Leonardo Gandi

12 aprile 2012

EXFILA – Connessioni metropolitane, via Leto Casini 11 Firenze (dietro il centro commerciale del Gignoro – gps: via Marangoni)

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Gli IIC e la Chiara Fama

Postiamo all’attenzione dei frequentatori del blog un interessante articolo preso da “Il fatto quotidiano“.

Personalmente, non credo che un direttore di Istituto dovrebbe necessariamente parlare la lingua del posto dove si trova e penso che in moltissimi casi (lo dico da esperienza personale) non la parlino. Per il resto non mi pare che ci sia molto da eccepire nell’articolo. La solita italietta di questo momento storico…

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D-Istruzione

da corrierefiorentino.it

«Solo il 29 per cento degli italiani
sa padroneggiare la nostra lingua»
È quanto ha affermato il professor Tullio De Mauro nel corso dell’incontro «Leggere e sapere: la scuola degli italiani». La notizia da due studi internazionali

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Adesso sì!

Godetevi il servizio sul convegno Asils 2011. Per facilità vi riporto qui le illuminanti parole del delegato del MIUR sui docenti e la loro formazione. Perché, ragazzi, basta insegnare senza formazione!

Ora ci sarà il Ministero!

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e – trattino o non trattino? – book

Due interessanti articoli:

Il primo sull’uso del libro digitale.

Il secondo su come, finalmente, si cominci a prendere decisioni che prendano decisioni su come bisogna scrivere alcune parole legate a internet (minuscolo!).