Costruisci una torre e ripassa il vocabolario: un’idea di attività con Jenga

 

Con molto piacere condividiamo l’articolo di Silvia Maneschi, una collega molto preparata, disponibile e generosa che oggi ci descrive una nuova attività di produzione scritta sperimentata su suggerimento diretto dei suoi studenti. Grazie ancora Silvia per aver condiviso questa tua esperienza e benvenuta tra gli autori de Ildueblog.

I nuovi approcci glottodidattici invitano il docente a fare un passo indietro a favore di una didattica che metta al centro lo studente come protagonista attivo del suo processo di apprendimento. Come insegnante di italiano LS/L2, questo principio per me equivale anche ad accettare le proposte che arrivano dagli studenti, a prescindere dalla loro età. Ascoltare ed assecondare le loro idee, seguire il flusso propositivo che arriva dal gruppo classe, nella mia pratica quotidiana di docente, significa declinare in chiave pratica quegli approcci che teorizzano un ruolo di docente “capovolto”, che scende dal suo piedistallo e si apre alla collaborazione con i suoi studenti. Ecco allora che spesso lascio che siano gli alunni a proporre attività, ad inventare, sempre e quando ci sia in gioco un uso/riuso della lingua target.

Recentemente mi è capitato di imbattermi in Jenga, un gioco da tavola molto in voga negli Stati Uniti, reperibile anche in Italia. Ho avuto modo di conoscerlo e di giocarci in una scuola americana che lo aveva in dotazione. Continua a leggere

L’italiano è un lusso. Intervista a Paolo Balboni

Paolo Balboni, nome noto a tutti gli addetti ai lavori, pioniere nel campo della glottodidattica italiana, ha rilasciato un’interessante intervista a La voce di New York. Molti i passaggi interessanti, soprattutto quando con forza rivendica l’importanza della formazione degli insegnanti per una scuola di qualità: ” dove ci sono docenti preparati specificamente per lavorare con immigrati i risultati sono ottimi”.

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Make Your Next Move Award… getting there!

regalo 320

E così è passato un anno.
E’ passato un anno da quel famoso post sugli esami finali che segnava il mio ritorno sul blog dopo un periodo di assenza. Nella mia vita, come nella vostra, è successo di tutto e di più sia sul profilo personale che professionale, che è quello che poi mi porta di nuovo qui. Quest’anno i sopravvissuti sono gli studenti del 320, il sesto semestre di lingua italiana, corso avanzato (o giù di lì) che frequenta sia chi continua a studiare italiano, sia chi studia Relazioni Internazionali e di semestri di lingua deve totalizzarne sei. Sette studenti su otto non proseguiranno gli studi di italiano, alcuni si laureeranno a dicembre, quindi, con il mio corso, hanno messo un punto finale ad un’esperienza iniziata tre anni prima.
Ma cos’è successo di straordinario quest’anno?
E’ successo che mi è stato fatto un regalo completato, o meglio arricchito, da un bigliettino in cui ognuno degli studenti ha scritto un suo pensiero ringraziandomi per il semestre.

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Esami finali: progetto finale alternativo o solito saggio scritto? (aggiornato)

Matt ildueblog

Sottotitolo: Ogni sgarrafone è bello a professoressa soja (1)

Traduzione: Riflessioni concitate sul semestre appena finito in mille parole circa (esclusa biblio-sitografia)

È così (1) che commento la fine tanto auspicata, ma alla fine anche un po’ malinconica, del semestre. Come ogni semestre anche questo si è contraddistinto per gli esami finali scritti, quelli orali, le presentazioni orali, tentativi in zona Cesarini (miei e loro) di recuperare l’irrecuperabile, composizioni che fioccano inaspettate, ripasso inviato alla prof al novantesimo minuto, ansie, nervosismo da parte degli studenti, ma anche sorrisi, anzi risatone e finito l’esame abbracci e baci, a cui seguiranno sottolineature e molti sospiri (solo miei stavolta), correzioni, voti, calcoli da far venire il mal di testa, conti che non tornano, un voto tolto lì e rimesso qui, insomma la solita manfrina a cui non ci si rassegna mai.

Ma questo semestre è speciale. È la fine del 232, del quarto semestre di lingua, che è il requisito di molti corsi di laurea. Alcuni continuano a studiare italiano e li rivedrò ancora, altri si comporteranno come le sonde Voyager.

Saluto i miei studenti dopo due semestri intensi di lavoro insieme, alcuni ce li ho avuti per la terza volta consecutiva (<<dei sopravvissuti>> gli ho detto, dandogli una pacca sulla spalla!). Questi studenti quando li ho salutati mi hanno detto tante cose belle, che gli studenti americani sanno dire, ma i miei in particolar modo e comunque erano sinceri, perché sono i miei studenti e anche a me mancheranno.

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Trova l’errore (B2-C1)

 

Proposta di analisi:

– congiuntivo;

– importanza dell’accento acuto nell’individuazione di una precisa identità genere;

– co-occorrenza lessicale;

– accordo pr.oggetto diretto/p.passato;

– connettivi;

– connettivi – uso autolesionistico dei.

La crisi americana dal punto di vista dell’ILS

Non vero che la crisi americana riguardi soltanto i poveri risparmiatori in miseria, le tipiche numerose famiglie americane o i colossi della finanza che sul lastrico chiudono dall’oggi al domani.

In realta’ sto quasi toccando con mano la crisi economica che stanno attraversando gli Stati Uniti, e se non sto proprio a preoccuparmi e continuo a dormire sonni tranquilli, in realta’ inizio a guardarmi attorno con piu’ circospezione. Ma andiamo con calma.

Prima di tutto un articolo apparso su La repubblica online, due giorni fa, dal titolo: “USA, l’Italiano in estinzione la comunita’ immigrata si mobilita“. In poche righe posso riassumerne il contenuto: ci sono alcune materie, tra cui le lingue straniere, che si studiano negli Usa nella scuola superiore, per le quali e’ possibile sostenere, a pagamento, un esame che rilascia dei crediti e delle credenziali, da poter sfruttare nelle universita’ americane ed estere. Questo significa che le matricole, posso iscriversi a corsi di lingua di livello intermedio, perche’ a scuola hanno sostenuto un esame che riconosce i loro anni di studio della lingua, italiana nel nostro caso. Continua a leggere

Non sparate sullo studente

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Da queste serate calde d’estate, emergono funghetti velenosi.
Questa notizia è stata segnalata da Piroclastico, l’articolo che la riporta stavolta è preso da Il manifesto del 17 agosto:

Professori-sceriffi, a scuola con la pistola
Texas, la decisione di un preside «per evitare le stragi»
Matteo Bosco Bortolaso – NEW YORK

Come evitare le sparatorie nelle scuole d’America? Per un dirigente scolastico di uno sperduto istituto del Texas la risposta è semplice: con i professori-sceriffi. Dal 25 agosto, con l’inizio delle lezioni, gli insegnanti della piccola scuola di Harrold potranno portare le pistole in classe. L’obiettivo, secondo David Thweatt, il responsabile dei 110 studenti, è di evitare nuove, terribili stragi come quelle del Virginia Tech o di Columbine.

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Europei 2008: diamoci dei “Toni” quando cantiamo Mameli!!!

Per quanto all’esordio dei Campionati Europei di calcio gli Azzurri ci abbiano regalato una delle peggiori performance, continuerò a seguire la Nazionale assiduamente, per due motivi legati all’inno di Mameli. Muoio dal ridere quando i tifosi dagli spalti, alla fine della prima strofa, durante la parte musicale che prelude alla ripetizione più ritmata dell’inno, intonano un buffissimo, ma sempre presente PO PO POM, PO PO POM, PO PO POMPOMPOMPOMPO’. A testimonianza di quello che scrivo, ecco un filmato del 2007, di una partita contro la Svezia e nella versione con cambio di vocale: PAMPAMPAMPAMPAM di Totti e C.ny al Circo Massimo nel 2006.

Il secondo motivo per cui non perdo mai l’inno di Mameli,

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Ladylink negli USA, primi 6 mesi

Sono ormai 6 mesi che tutti i giorni metto piede a Keezell Hall. Il Foreign Languages Department qui vanta, tra lingue vive e lingue morte (latino e greco), ben 16 lingue (Spagnolo, Italiano, Francese, Tedesco, Arabo, Cinese, Giapponese, Coreano, Russo, Farsi, Swaili, Ebraico, Hindi e Portoghese).

Da quello che ho capito lavoro in una sorta di oasi, dove c’è una grande libert di azione, una grande fiducia data agli insegnanti. Un vero mito la Department Head. Cordialissimi i colleghi. Cordialissime le segretarie ed estremamente gradevoli gli studenti. Molto rispettosi, mi riempiono la posta elettronica di messaggi se non possono venire a lezione, se non possono fare l’esame, se non sono venuti all’esame perché non gli è suonata la sveglia (proprio oggi), ecc ecc

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Negli USA l’italiano è di moda

Da www.repubblica.it:

Oltre 60mila gli studenti di italiano. “America oggi” lancia il quotidiano in classe, e i ragazzi potranno costruire i loro giornali su “La Fragola”
Usa, lingua italiana superstar: “Fa concorrenza allo Spagnolo”
di DANIELE SEMERARO
ROMA – La famosa frase “Italiani: mafia, pizza e mandolino” (da pronunciare rigorosamente con accento newyorkese) con la quale spesso, all’estero, siamo simpaticamente apostrofati potrebbe presto sparire. Almeno dal pensiero comune degli statunitensi. Secondo i dati forniti dal consolato italiano a New York, infatti, sembra che negli ultimi anni ci sia stato un vero e proprio boom non solo verso la nostra cultura, la nostra storia, il nostro stile di vita. Ma anche verso la nostra lingua, che ha raggiunto vette decisamente inaspettate: si calcola, infatti, che l’Italiano, come lingua straniera studiata nei college e nelle high school, stia facendo concorrenza addirittura allo Spagnolo.

E “all’interno di questo trend positivo si colloca anche la decisione di distribuire ‘America Oggi’, il primo quotidiano in lingua italiana prodotto e stampato negli Stati Uniti – spiega il direttore Andrea Mantineo – a tutti gli studenti delle classi di scuola superiore che studiano l’Italiano”. In modo da creare, anche tramite internet, un ponte diretto con gli studenti del nostro Paese. Ma andiamo con ordine.

La diffusione dell’Italiano in Usa. L’interesse che ruota intorno alla nostra lingua negli Stati Uniti ha subito una crescita esponenziale, soprattutto negli ultimi cinque anni. L’Italiano, infatti, si sta espandendo non solo come lingua veicolare, ma anche in termini di qualità degli studi letterari. Secondo una recente stima, il numero dei ragazzi americani che studia la nostra lingua a scuola è cresciuto fino a superare quota sessantamila. Trentamila nei soli stati di New York e Connecticut. E in generale c’è da aggiungere che mostre, proiezioni di film e iniziative culturali, ospitati all’interno di grandi musei, biblioteche e centri studi italiani negli Stati Uniti sono sempre molto seguiti (per non dire gremiti) da parte del pubblico Usa.

L'”Ap”. Il vero salto in avanti, spiega Alfio Russo, capo dirigente scolastico presso il Consolato italiano di New York, è avvenuto “dal settembre scorso, da quando l’Italiano è passato da semplice lingua curriculare a vera e propria lingua straniera annoverata tra quelle che negli Usa contano” (Spagnolo, Francese, Latino). Tramite un accordo, infatti, l’Italiano è entrato a far parte delle lingue dell'”Ap”, l’Advanced Placement Program. Si tratta di un programma per cui gli studenti dell’ultimo anno del liceo che frequentano le classi di italiano, se si iscrivono all’università a una facoltà in cui la nostra lingua straniera è tra gli insegnamenti curriculari, possono ottenere dei forti sconti, sia in termini di carico di lavoro (si saltano i corsi elementari e si passa direttamente a quelli avanzati) che economici (si acquisiscono in partenza già 15 crediti – ogni credito, nel sistema universitario Usa, costa circa 1500 dollari). “E così per la prima volta – continua Alfio Russo – quest’anno si svolgerà l’esame italiano dell”Ap’, e nei prossimi anni prevediamo un’ulteriore notevole crescita della diffusione e dello studio della lingua italiana tra gli americani; anzi, molto probabilmente ci sarà un afflusso talmente alto di studenti che probabilmente gli insegnanti madrelingua non basteranno”.

La testimonianza di una professoressa. “I miei studenti di terzo livello (quello intermedio, ndr) studiano molto vocabolario e molta grammatica”, racconta Maria Beatrice Morgese, insegnante della North Rockland High School Annex di Thiells, un centro in provincia di New York. “Ovviamente in classe non parliamo solo di verbi e pronomi – continua – ma i miei ragazzi sono anche molto interessati alla cultura italiana, alla letteratura, al cinema. E la cosa entusiasmante è che la maggior parte di loro ha l’intenzione di continuare gli studi di italiano anche all’università”.
Usa, lingua italiana superstar
“Fa concorrenza allo Spagnolo”

“America Oggi” nelle scuole.America Oggi“, lo dicevamo, è il primo quotidiano in lingua italiana pubblicato negli Stati Uniti. Collegato con “Repubblica” (che infatti negli Usa viene distribuita insieme ad “America Oggi”), stampa 30-35mila copie. Dall’inizio di gennaio, in collaborazione con lo Iace (Italian American Committeee on Education), il quotidiano viene distribuito in circa settanta licei dove si studia l’Italiano. “Abbiamo fatto una grande indagine sulle high school dove s’insegna la nostra lingua – spiega il giornalista di “America Oggi” Domenico Delli Carpini – e abbiamo deciso di offrire gratuitamente il quotidiano in classe sia per promuovere il nostro idioma e la nostra cultura nelle scuole americane, soprattutto dove questa si studia in modo approfondito, ma anche per offrire un materiale di lavoro pratico agli insegnanti e agli studenti, che, oltre ad informarsi su tutto ciò che accade in Italia e nella comunità italoamericana, hanno anche l’opportunità di rielaborare gli articoli e cimentarsi nel giornalismo: abbiamo infatti suggerito agli insegnanti di segnalarci i loro studenti migliori; questi ultimi, se vorranno, potranno scrivere, a cadenza fissa, sulle pagine di America Oggi”.

Ma non è tutto: su “La Fragola” (il sito di Repubblica e Kataweb dove gli studenti di cinquemila scuole italiane costruiscono il proprio quotidiano online) apriremo una sezione italoamericana, in modo che i ragazzi statunitensi potranno pubblicare i loro lavori e dialogare con i coetanei nel nostro Paese.